Nell’ultima rilevazione, l’area dei Campi Flegrei ha mostrato una significativa intensità sismica durante il mese di luglio con un totale di 668 eventi sismici registrati. Questo dato è stato reso noto dall’Osservatorio Vesuviano, che monitora costantemente le attività sismiche e vulcaniche della regione. Tra i piccoli e frequenti terremoti, uno spicca per la sua magnitudo di 4.0, attirando ulteriormente l’attenzione degli esperti. Le ulteriori analisi iniziano a delineare un quadro preciso della situazione geologica, rivelando tendenze preoccupanti nel comportamento del suolo e dell’attività vulcanica.
Nel mese di luglio, i sismografi dell’Osservatorio Vesuviano hanno registrato una moltitudine di eventi sismici nell’area dei Campi Flegrei, con ben 668 terremoti totali. Di questi, una netta maggioranza – 612 eventi, pari al 92% – ha avuto una magnitudo inferiore a 1.0 o non è stata determinabile a causa della bassa ampiezza del segnale, indistinguibile dal rumore di fondo. Questi piccoli terremoti generalmente non causano danni e vengono percepiti solo tramite strumenti appositi.
Del numero totale, 45 eventi, equivalenti al 7%, sono stati compresi tra 1.0 e 1.9, mentre otto sismi, circa l’1.20%, hanno registrato una magnitudo compresa tra 2.0 e 2.9. La parte più significativa del dato è rappresentata dai due eventi localizzati tra 3.0 e 3.9, che hanno costituito lo 0.30% del totale. Infine, il terremoto di magnitudo 4.0, che ha attratto l’attenzione, è stato registrato come lo 0.15% degli eventi totali, evidenziando un picco di attività sismica in un contesto di prevalente movimento superficiale.
L’analisi della distribuzione degli eventi sismici ha rivelato che circa 422 di essi, corrispondenti al 63% del totale, sono stati localizzati in aree specifiche, fra cui Pozzuoli, Agnano, e l’area di Solfatara-Pisciarelli, così come nel Golfo di Pozzuoli. La maggior parte dei terremoti si è verificata a profondità comprese nei primi 3 km dal suolo, evidenziando una fratturazione della crosta terrestre in zone di particolare vulnerabilità. L’analisi approfondita di questi eventi sismici è di fondamentale importanza per la comprensione delle dinamiche vulcaniche e per fornire risposte adeguate in caso di attività più intensiva.
Secondo l’ultimo bollettino dell’INGV, l’area di massima deformazione nei Campi Flegrei sta subendo un sollevamento significativamente misurabile. Dalla metà di aprile 2024, la stazione GNSS di Rione Terra ha registrato un valore medio di sollevamento di circa 20±3 mm/mese. Questa registrazione è particolarmente preoccupante, considerando che dal novembre 2005 il suolo ha registrato un totale di sollevamento di circa 131 centimetri, di cui ben 13 centimetri solo dal gennaio 2024. La continua deformazione del suolo potrebbe segnalare attività magmatica sottostante, richiedendo un monitoraggio costante.
Parallelamente ai dati di sollevamento del terreno, i parametri geochimici raccolti nelle aree di Pisciarelli e Solfatara mostrano andamenti stabili. Tuttavia, l’analisi geochimica e la misurazione della temperatura superficiale stanno confermando i trend pluriennali che evidenziano processi di riscaldamento e pressurizzazione del sistema idrotermale. Un dato di particolare rilevanza è il flusso di CO2 dal suolo, che risulta essere elevato, stimato attorno a 5000 t/d, valori comparabili a quelli di vulcani attivi con degassamento persistente. Questi dati indicano la necessità di una costante vigilanza da parte delle autorità competenti.
Il monitoraggio attivo e comprendere le dinamiche di questa area unica è fondamentale per garantire la sicurezza della popolazione e proteggere il patrimonio culturale e storico della regione.