Sport a Caivano: un appello alle istituzioni dopo la chiusura di palestre e scuole

Sport a Caivano: un appello alle istituzioni dopo la chiusura di palestre e scuole - Ilvaporetto.com

La situazione delle associazioni sportive a Caivano sta raggiungendo livelli di emergenza. Il presidente della Phoenix Volley Caivano, Luigi Dell’Aversano, esprime preoccupazioni crescenti riguardo al “paradosso sportivo” che affligge la comunità locale. Il governo e le istituzioni sembrano non rendersi conto dell’impatto che stanno avendo sulle attività sportive e culturali del comune, lasciando centinaia di giovani atleti senza luoghi dove allenarsi.

Gli effetti della sicurezza scolastica sulle associazioni sportive

La chiusura delle palestre scolastiche

Con l’avvicinarsi dell’inizio dell’anno scolastico, la notizia che tutti gli edifici scolastici di Caivano sono stati dichiarati non agibili ha generato un clima di incertezza. Gli atleti della Phoenix Volley, composti da circa 400 iscritti, e della Jirafa Basket, con 150 atleti, si trovano in una situazione critica. Fino al 1° luglio 2024, le palestre scolastiche erano utilizzate con regolare convenzione, senza alcun segnale di problemi. Tuttavia, la situazione è cambiata drasticamente, con le palestre che ora non possono garantire la sicurezza necessaria.

Questo cambiamento ha costretto molte associazioni a cercare alternative, con la realtà di dover emigrare in altre città per continuare la propria attività sportiva. Dell’Aversano sottolinea come, nonostante gli appelli, nessuna soluzione concreta sia stata proposta alle associazioni per garantire un’adeguata offerta sportiva per i giovani. Il rischio è che anche il mondo scolastico debba affrontare gli stessi problemi di agibilità.

La mancanza di dialogo con le istituzioni

Un altro aspetto inquietante è il modo in cui è stata gestita la comunicazione da parte delle istituzioni locali. In molti casi, è stata data la responsabilità ai presidi degli istituti scolastici di valutare la situazione, creando ulteriori confusione e ansia tra le famiglie. La percezione di insicurezza crescente non solo influisce sull’attività sportiva, ma trasmette anche un senso di abbandono tra i cittadini.

Le associazioni sportive si trovano a fronteggiare una situazione in cui, da un lato, ricevono promesse, e dall’altro vedono negati i diritti fondamentali per permettere la pratica di sport per i giovani. La rinuncia a spazi sicuri diventa, al contempo, un segnale inquietante della precarietà delle strutture anche per ciò che riguarda la cultura e le attività ricreative.

La trasformazione del centro sportivo di Caivano

Progetti promessi e realtà negate

Un tempo, Caivano era considerata un punto di riferimento nella promozione di iniziative sportive. Recentemente, il Centro Sportivo “Pino Daniele” avrebbe dovuto essere un simbolo di rinascita, progettato dal Ministro dello Sport, che prometteva di offrire opportunità non solo ai grandi atleti, ma anche ai più piccoli. Tuttavia, la realtà attuale è ben diversa dalle promesse iniziali. I locali pensati per il volley e per il basket sono stati smontati dopo poche settimane dall’inaugurazione, lasciando le associazioni sportive a secco di spazi.

Inoltre, la presenza di ring per la boxe e tatami per arti marziali, ora prioritari, esprime chiaramente un cambio di rotta rispetto all’idea iniziale di un centro a disposizione di tutti e per tutti. L’attesa dei cittadini di Caivano è cresciuta, ma ora si scontra con una delusione profonda. La mancanza di spazi sportivi rispecchia la crescente impasse in cui versa il dibattito su come e dove i giovani possano socializzare e praticare sport in sicurezza.

La realtà delle associazioni locali

Le associazioni sportive di Caivano sono piene di talenti e sportivi desiderosi di praticare. Tuttavia, il negato accesso alle strutture rappresenta un ostacolo significativo. Le realtà locali si trovano ora costrette a chiedere di essere ascoltate e supportate, nella speranza che la situazione possa migliorare. La paura che i giovani siano costretti a emigrare per praticare sport va di pari passo con il rischio di un impoverimento della cultura sportiva locale.

Il paradosso “Modello Caivano” appare dunque come un’illusione, lasciando i giovani senza opportunità e le associazioni in uno stato di precarietà. È fondamentale che si realizzino passi concreti per l’accessibilità delle strutture sportive, al fine di non privare i giovani di un diritto basilare come quello di praticare sport.

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