Dipendente EAV finge malattia per giocare a calcio: la Cassazione conferma il licenziamento

Dipendente EAV finge malattia per giocare a calcio: la Cassazione conferma il licenziamento - Ilvaporetto.com

Un caso di simulazione di malattia ha scatenato una lunga battaglia legale tra un dipendente dell’EAV Srl e l’azienda. Come emerso dalle indagini, l’uomo si era dichiarato malato per assentarsi dal lavoro, ma in realtà era impegnato in una partita di calcio ufficiale. La vicenda, iniziata nel 2017, ha visto il dipendente opporsi al suo licenziamento fino alla recente sentenza della Corte di Cassazione che ha riconosciuto la legittimità dell’azione dell’azienda.

La simulazione della malattia: i fatti

Nel 2017, un dipendente dell’EAV Srl ha dichiarato di essere malato tra il 27 e il 28 ottobre, assentandosi in modo legittimo dal lavoro. Tuttavia, le indagini avviate dall’azienda hanno rivelato una realtà ben diversa: il lavoratore non solo si trovava in ottima salute, ma aveva anche partecipato a un incontro di calcio di Prima Categoria, esperienza che prevedeva un notevole sforzo fisico. Questa situazione ha portato l’EAV a considerare la questione una grave violazione degli obblighi contrattuali e ha innescato procedimenti disciplinari.

L’azienda, fortemente motivata a tutelare i propri interessi e il benessere dei lavoratori onesti, ha deciso di procedere con il licenziamento del dipendente. Tuttavia, la controversia è finita nelle aule di tribunale, dando il via a un lungo e complesso iter legale che si è trascinato fino ai giorni nostri. I giudici hanno dovuto analizzare con attenzione la condotta del dipendente e il legame di fiducia fondamentale che intercorre tra un datore di lavoro e un dipendente.

Il ruolo della Cassazione

La decisione finale è giunta il 5 settembre 2024, quando la Sezione Lavoro della Corte di Cassazione ha confermato la validità del licenziamento, affermando che l’atteggiamento del lavoratore non è stato solo disonesto, ma ha rappresentato una vera e propria violazione degli obblighi di correttezza e diligenza previsti dal contratto di lavoro. La Suprema Corte ha ribadito l’importanza di mantenere un ambiente di lavoro basato sulla lealtà reciproca, essenziale per il buon funzionamento di qualsiasi organizzazione.

La sentenza della Cassazione ha inoltre avallato la decisione della Corte d’Appello di Napoli, che già in precedenza si era espressa in favore dell’azienda. La partecipazione a un evento sportivo ufficiale, oltretutto di un certo livello, è stata evidenziata come una prova schiacciante della malafede con cui il lavoratore aveva agito, cercando di trarre vantaggio da un’accusa di malattia non veritiera.

La posizione di EAV e il contrasto all’assenteismo

In seguito al verdetto, il Presidente di EAV, Umberto De Gregorio, ha espresso soddisfazione per la sentenza, sottolineando che questa rappresenta un passo importante nella lotta contro l’assenteismo nel mondo del lavoro. De Gregorio ha messo in evidenza come l’abuso delle malattie possa danneggiare i cittadini e gli utenti dei servizi pubblici, evidenziando la necessità di tutelare le posizioni di coloro che si dedicano al proprio lavoro con impegno e serietà.

L’azienda ha intensificato le proprie politiche di controllo e monitoraggio, sottolineando che ogni comportamento scorretto sarà punito in modo adeguato. La dichiarazione del legale difensore di EAV, Avv. Marcello D’Aponte, che ha espresso approvazione per le scelte aziendali, evidenzia l’importanza di mantenere un equilibrio tra i diritti dei lavoratori e il rispetto delle norme. La risoluzione di questo caso non solo segna un precedente importante, ma potrebbe anche influenzare il modo in cui altre aziende affrontano situazioni simili in futuro.

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