Indagini prorogate sul marinaio 21enne rimpatriato con gravi traumi: ipotesi di abusi in mare

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La questione di un marinaio di 21 anni, originario di Mondragone , rimpatriato con gravi traumi agli arti inferiori, ha riacceso l’attenzione del pubblico e delle autorità. Dopo la denuncia della famiglia per presunti abusi subiti durante il servizio su una nave della Grimaldi Lines, il gip di Santa Maria Capua Vetere ha deciso di estendere le indagini per fare luce su questa inquietante vicenda.

La denuncia della famiglia: presunti abusi e condizioni drammatiche

Le ferite del marinaio e le circostanze del rimpatrio

Il caso ha avuto inizio nel marzo del 2023, quando il giovane marinaio è stato prelevato da una nave mercantile a Tripoli tramite un’eliambulanza, per essere riportato in Italia a causa di un grave trauma da schiacciamento agli arti inferiori. I medici che hanno esaminato il ragazzo hanno confermato che le condizioni delle sue gambe erano serie: c’era il concreto rischio di amputazione. Questo ha spinto la famiglia ad attivarsi, assistita dall’avvocato Angelo Pisani, per denunciare ciò che ritenevano fosse il risultato di violenze e abusi subiti mentre il giovane era in servizio sulle acque libiche.

Secondo la denuncia, il marinaio sarebbe stato legato a un letto con cavi utilizzati per il trasporto di automobili, nella cosiddetta “cabina di isolamento”. Le affermazioni della famiglia mirano a far luce su un tema delicato e complesso, quello degli abusi e delle pratiche di disciplina all’interno di ambienti lavorativi marittimi.

Evoluzione delle indagini e decisioni del gip

Dopo la denuncia, la Procura ha avviato un’indagine preliminare contro ignoti per i reati di sequestro di persona e lesioni aggravate. Tuttavia, in un primo momento sembrava che il caso potesse essere archiviato. L’avvocato Pisani ha presentato un’opposizione contro tale decisione, sostenendo che vi era la necessità di ulteriori accertamenti. Le sue argomentazioni hanno trovato ascolto presso il gip Alessandra Grammatica, che ha imposto una proroga delle indagini per ulteriori sei mesi, al fine di permettere un approfondimento delle circostanze.

Gli esiti medici e le implicazioni legali

Diagnosi e trattamenti ricevuti

Il giovane marinaio è stato ricoverato nel reparto di Chirurgia vascolare dell’ospedale “Cardarelli” di Napoli, dove i medici hanno diagnosticato una “sindrome compartimentale” a entrambe le gambe, nota anche come Crusch Syndrome. Questa condizione, caratterizzata da una severa compromissione vascolo-nervosa, è spesso il risultato di traumi o compressioni esterne prolungate. La gravità della diagnosi ha alimentato ulteriormente le preoccupazioni della famiglia riguardo alle modalità con cui il giovane è stato trattato durante il servizio.

Prospettive di indagine e ruolo dei consulenti

In vista delle indagini approfondite, l’avvocato Pisani ha richiesto al Tribunale di nominare un consulente tecnico per valutare le lesioni riportate dal marinaio e accertare le responsabilità. Potrebbe trattarsi di una valutazione di lesioni colpose e abuso dei mezzi di correzione o disciplina. Questo aspetto è cruciale, in quanto potrebbe portare a conseguenze legali significative per i responsabili della nave e per il contesto lavorativo in cui si è verificato l’incidente.

La situazione continua a evolversi, e il risultato delle indagini potrà influire non solo su questo caso specifico, ma anche sul tema più ampio riguardante i diritti dei lavoratori in mare e le pratiche di trattamento durante il servizio. La comunità rimane in attesa di sviluppi significativi che possano garantire giustizia per il giovane marinaio e per la sua famiglia.

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