Eraldo Monzeglio: il mister che ha segnato la storia del Napoli tra calcio e intrighi storici

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La figura di Eraldo Monzeglio rimane impressa nella memoria collettiva di Napoli e del Napoli, non solo per i suoi successi sportivi, ma anche per la sua vita intricata e le relazioni che intrattenne nei periodi più tumultuosi della storia italiana. Il suo record di 236 presenze sulla panchina partenopea lo rende un simbolo indiscusso del club, mentre la sua biografia, raccontata nel libro «Il terzino e il Duce» di Alessandro Fulloni, svela un uomo molto più complesso di quanto appaia.

Il record di Monzeglio: una carriera eccezionale

Un viaggio sportivo tra successi e traguardi

Eraldo Monzeglio ha segnato un’epoca nel calcio italiano, non limitandosi a essere un semplice allenatore ma diventando un pilastro del Napoli. Con le sue 236 presenze sulla panchina, supera nomi illustri come quelli di Pesaola, Amedei e Mazzarri. L’allenatore, originario di Casale Monferrato, guidò la squadra partenopea dal 1949 al 1955, portando il Napoli dalla Serie B alla Serie A, con un trionfo che rimane ancora oggi nella memoria dei tifosi. Il 18 giugno 1950, allo stadio Collana, una delle arene storiche del calcio napoletano, la squadra festeggiò la promozione, un momento di grande gioia che riecheggiò sul Golfo di Napoli.

Monzeglio non era solo un allenatore; era un innovatore che introdusse tecniche pionieristiche e intuizioni tattiche che contribuirono al miglioramento del gioco di squadra. Durante il suo mandato, il Napoli si distinse per il suo stile di gioco, caratterizzato da aggressività e strategia, formando una squadra che avrebbe lasciato un segno indelebile nella storia del club.

Una vita parallela: gli anni sotto il fascismo

Un calciatore tra gloria e tormento

Negli anni ’30, Monzeglio si affermò come calciatore di grande talento, vestendo le maglie di Roma e Bologna e contribuendo ai successi dell’Italia ai Mondiali del 1934 e 1938 sotto la guida di Vittorio Pozzo. La sua connessione con il regime fascista si intensificò quando divenne amico personale di Benito Mussolini, al punto di entrare nella sua cerchia familiare. Durante quegli anni, Monzeglio non solo si distingue per la sua abilità nel calcio, ma anche per il suo impegno nel regime, partecipando attivamente a vari eventi e attività legate al fascismo.

La campagna di Russia è un capitolo controverso della sua biografia. Sebbene Monzeglio dichiarasse di non aver mai ucciso nessuno, è noto che testimonò eventi bui e violenti. Tuttavia, il suo racconto non si limita al ruolo di semplice soldato; Monzeglio si troverà a fronteggiare il lato oscuro della sua epoca, navigando tra il dovere e la coscienza.

Un uomo di contraddizioni: la resistenza e il dopoguerra

Dalla fedeltà al Duce alla salvezza dei perseguitati

L’incursione di Monzeglio negli anni più turbolenti della storia italiana non si arrestò nemmeno con la caduta del regime fascista. Durante il periodo della Repubblica Sociale Italiana, il suo legame con Mussolini gli permise di mantenere contatti con la Resistenza. Un aspetto inaspettato della sua vita è legato agli sforzi compiuti per salvare i partigiani catturati e gli ebrei perseguitati dai nazisti. Monzeglio sfruttò la sua influenza per garantire la sicurezza di chi era in pericolo, conducendo alcuni di loro oltre il confine svizzero.

Questo lato della sua personalità rivela un uomo complesso, diviso tra il sostegno a un regime e il desiderio di fare la cosa giusta. Le sue azioni toccarono vari ambiti della società, compreso il suo rapporto con Achille Lauro e la figura di Antonio Bacchetti, ex partigiano. La sua generosità, espressa attraverso atti di donazione a un ospizio per anziani, evidenzia un carattere compassionevole e una chiara connessione con la cittadinanza napoletana.

L’eredità di Monzeglio tra sport e storia

Un simbolo di Napoli, ben oltre il calcio

Eraldo Monzeglio non è solo un nome rimasto nella storia del calcio napoletano, ma una figura le cui azioni e decisioni ebbero un impatto duraturo. I suoi successi sportivi vengono amplificati dalla sua vita avventurosa, che abbraccia il bene e il male del suo tempo. La sua biografia, ora oggetto di analisi attraverso il libro di Fulloni, è un racconto che va oltre il calcio, racchiudendo una serie di relazioni personali e storiche complesse che hanno plasmato la sua esistenza.

Il suo ricordo continuerà a vivere non solo nei cuori dei tifosi napoletani, ma anche nelle pagine della storia italiana, in quanto rappresenta un’epoca difficile ma ricca di transizioni significative. Monzeglio rimarrà un simbolo di resilienza e complessità, un individuo che, pur in un contesto turbolento, cercò di dar forma al suo destino e a quello delle persone che lo circondavano.

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