La situazione di emergenza legata alla sicurezza del personale sanitario continua a preoccupare in Italia, e l’ospedale Cardarelli di Napoli sarà nuovamente teatro di una manifestazione di protesta. I medici, in particolare quelli in servizio sulle ambulanze e nei pronto soccorso, si mobilitano contro un fenomeno crescente di aggressioni e minacce. Recenti episodi violenti sono solo l’ultima goccia in un vaso che sembra traboccare.
Un appello alla partecipazione e alla sensibilizzazione
La mobilitazione di Anaao Assomed e Cimo Fesmed
Domani, presso lo scalone monumentale dell’ospedale Cardarelli, si terrà una manifestazione organizzata dai sindacati Anaao Assomed e Cimo Fesmed. Questi gruppi hanno deciso di unire le forze per attirare l’attenzione sulla crescente aggressività sperimentata dai medici. In particolare, fanno riferimento agli episodi recenti avvenuti a Nocera e Mondragone, dove medici e personale sanitario hanno subito violenze in situazioni di emergenza. La protesta si svolgerà in contemporanea con eventi simili a Foggia, dove il personale medico e infermieristico ha vissuto momenti di terrore a causa delle minacce da parte dei familiari di un paziente deceduto.
I sindacati hanno lanciato un invito a tutti quei cittadini che riconoscono l’importanza di supportare i medici nella loro richiesta di migliori condizioni di lavoro e maggiori misure di sicurezza. La situazione è diventata insostenibile e necessita di un intervento urgente da parte del Governo, soprattutto in vista della prossima legge di Bilancio.
Le richieste al Governo
I rappresentanti sindacali hanno espresso il desiderio di comunicare un messaggio forte al Governo, sottolineando l’urgenza di trovare risorse adeguate per garantire la sicurezza del personale sanitario. Purtroppo, le aggressioni non sono un fenomeno isolato, ma un problema sistemico che affligge il settore da anni. Questo quadro si complica ulteriormente con l’aumento della pressione lavorativa e dell’instabilità sociale. Le associazioni chiamano a un dialogo costruttivo, affinché le istituzioni possano comprendere la gravità della situazione e procedere con misure concrete per tutelare chi lavora in prima linea.
Una realtà preoccupante di aggressioni sistematiche
Dati allarmanti sulle violenze
Manuel Ruggiero, fondatore dell’associazione Nessuno Tocchi Ippocrate e medico nell’Asl Napoli 2, ha evidenziato che la registrazione di aggressioni e minacce è un’attività portata avanti dal 2017. Secondo i suoi dati, nel 2023 sono stati documentati circa un centinaio di episodi di violenza solo nell’area dell’Asl Napoli 1. A fronte di una media di un’aggressione ogni tre giorni, il personale sanitario è sempre più preoccupato di operare in un ambiente di lavoro così insicuro.
L’associazione ha fornito aggiornamenti sui cambiamenti nel numero di attacchi, notando che dopo una fase di relativa calma durante la pandemia, il fenomeno è ripreso con prepotenza. Questo trend preoccupa non solo i medici, ma anche i pazienti, che si trovano spesso a dover fronteggiare situazioni di stress e ansia nei pronto soccorso e nei servizi di emergenza.
Soluzioni proposte per migliorare la sicurezza
Ruggiero ha avanzato proposte per migliorare la sicurezza del personale sanitario. Tra queste, l’implementazione di drappelli di polizia in ogni ospedale per garantire la sicurezza e l’integrità dei medici e degli infermieri. Secondo il medico, avere una presenza costante delle forze dell’ordine potrebbe fungere da deterrente contro le violenze, creando un ambiente più sicuro per i pazienti e il personale sanitario.
Inoltre, l’associazione ha espresso accordo con la proposta del Ministro Schillaci, che prevede l’arresto in flagranza per chi aggredisce un medico o un infermiere. Questa misura potrebbe contribuire a rinforzare la deterrenza e proteggere il personale che opera in condizioni di alta vulnerabilità . Ruggiero si è distaccato da alcune idee, come l’uso dell’esercito per le funzioni di sicurezza negli ospedali, ritenendo che non sarebbe praticabile né efficace.
La lotta per garantire la sicurezza dei medici è quindi diventata una questione centrale nel dibattito pubblico, sollecitando una riflessione collettiva sulle responsabilità e sull’importanza del rispetto per chi dedica la propria vita alla cura della salute degli altri. Le manifestazioni di domani rappresentano non solo una richiesta di attenzione, ma anche un richiamo all’unità e alla solidarietà nella lotta contro la violenza nel settore sanitario.