Un altro suicidio in carcere: detenuto di 32 anni trovato impiccato ad Ariano Irpino, è il 71° caso del 2023

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Un grave episodio si è verificato nel carcere di Ariano Irpino, in provincia di Avellino, dove un detenuto di 32 anni è stato trovato morto nella sua cella. Questo tragico evento rappresenta il 71° suicidio avvenuto nelle carceri italiane dall’inizio dell’anno. La situazione all’interno degli istituti penitenziari è sempre più critica e pone forti interrogativi sulla sicurezza e sul benessere dei detenuti. Le parole del segretario generale della UILPA Polizia Penitenziaria, Gennarino De Fazio, evidenziano l’urgenza di adottare misure adeguate per affrontare l’emergenza.

Il caso del detenuto di Ariano Irpino

Dettagli dell’episodio

Nel carcere di Ariano Irpino, gli agenti della polizia penitenziaria hanno scoperto un detenuto di origine nigeriana impiccato nella sua cella. I soccorsi sono stati tempestivi, ma purtroppo, al loro arrivo, era già troppo tardi. Si trattava di un uomo detenuto per reati legati all’immigrazione clandestina. Poche ore prima di questa tragica scoperta, il detenuto aveva aggredito in modo violento alcuni agenti, evento che ha portato quattro di essi a doversi rivolgere al pronto soccorso, con una prognosi complessiva di 70 giorni.

Questa spirale di violenza e difficoltà psicologica all’interno delle carceri rappresenta un allarme da non sottovalutare. Il suicidio dell’uomo mette in luce le profonde problematiche che affliggono il sistema penitenziario italiano. L’assenza di interventi efficaci e la carenza di risorse necessarie alla gestione delle situazioni critiche lasciano i detenuti vulnerabili e, in molti casi, senza il supporto adeguato.

L’allerta del sindacato UILPA Polizia Penitenziaria

Gennarino De Fazio, segretario generale della UILPA Polizia Penitenziaria, ha espresso la sua preoccupazione riguardo alla situazione carceraria. Con il triste conteggio che ora arriva a 71 suicidi dall’inizio del 2023, a cui si aggiungono anche sette appartenenti alla polizia penitenziaria, De Fazio sottolinea la necessità di interventi immediati. Secondo il sindacalista, le carceri italiane si trovano in uno stato di emergenza con oltre 15.000 detenuti in più rispetto ai posti disponibili e 18.000 agenti di polizia penitenziaria mancanti.

La crisi del sistema penitenziario

Pressione sulle strutture e sul personale

Il sovraffollamento e le condizioni di lavoro degli agenti di polizia penitenziaria sono temi di crescente preoccupazione. Le strutture penitenziarie italiane, in gran parte obsolete e non a norma, non riescono a garantire un ambiente sicuro né per i detenuti né per il personale. La mancanza di assistenza sanitaria e psichiatrica adeguata è un ulteriore segnale di come le carceri non stiano assolvendo al loro ruolo di riabilitazione e reinserimento sociale.

De Fazio evidenzia come la disorganizzazione regni sovrana nelle carceri, compromettendo sia la sicurezza che la salute mentale di chi vi è detenuto. Il governo, attraverso le parole del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, aveva annunciato provvedimenti per affrontare questa grave situazione, ma il sindacato chiede di sapere che fine abbiano fatto tali promesse, mostrando un certo scetticismo nei confronti delle azioni concrete.

Richieste di riforma

In un contesto così complesso, le richieste del sindacato UILPA Polizia Penitenziaria diventano sempre più urgenti. La necessità di un piano di deflazione della densità detentiva e di un potenziamento del numero di agenti in servizio sono requisiti fondamentali per migliorare la situazione. Risorse adeguate e una strategia chiara da parte delle istituzioni potrebbero portare a un cambiamento significativo, contribuendo a garantire il diritto alla salute e alla dignità dei detenuti.

Il triste epilogo dell’episodio di Ariano Irpino non è solo un fatto isolato, ma parte di una più ampia crisi che necessita di risposte rapide da parte delle autorità competenti, per ristabilire un equilibrio all’interno di un sistema penitenziario in evidente difficoltà.

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