La storia di un’estate al Ciocco: il ritiro del Napoli e il futuro campione Marco Tardelli

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L’estate del 1970 non è stata solo una fase di transizione storica in Italia, ma anche un periodo ricco di ricordi per coloro che hanno vissuto momenti straordinari in luoghi iconici. Uno di questi è l’albergo «Il Ciocco» di Garfagnana, dove i turfisti del Napoli si sono ritirati per preparare la stagione calcistica. In questo contesto, la figura di Marco Tardelli, allora sedicenne cameriere, si intreccia con la leggenda di una squadra che avrebbe cambiato il volto del calcio nazionale.

Il Ciocco: storia e atmosfera di un albergo unico

Un rifugio di bellezza immerso nel verde

L’albergo «Il Ciocco» è molto più di una semplice struttura ricettiva; è un luogo intriso di storia e bellezza, situato nel cuore della Garfagnana. Questa estate del 1970, l’albergo si presentava come un’oasi turistica di tranquillità e natura, arricchita dalla presenza delle antiche case contadine. La famiglia Marcucci ha trasformato questo vasto territorio di cinquecento ettari in un accogliente albergo, facendo dello sport e del relax i pilastri di un’accoglienza impareggiabile.

La location era particolarmente suggestiva, con un campo di calcio in costruzione nella parte alta della tenuta. Il legame tra l’albergo e il mondo dello sport era evidente, poiché Il Ciocco era convenzionato con il Cral della Rai e accoglieva anche i turisti affezionati nel periodo estivo, tra cui una giovane famiglia che, sfruttando un’opportunità economica, decise di passare la villeggiatura lì.

Un’estate tumultuosa in un’Italia che cambia

Il 1970 è un anno decisivo per molti aspetti in Italia. Non solo il panorama musicale era in fermento con l’addio dei Beatles, ma anche la situazione politica era scossa da eventi drammatici come la bomba di Piazza Fontana. L’aria era carica di tensione e speranza, e nella cultura popolare avvenivano trasformazioni significative. Lo sport, in particolare il calcio, assumeva un ruolo di spicco, riunendo le persone attorno a un comune amore per il gioco.

In questa scena di fermento culturale, il Napoli si fa strada come una squadra di Serie A scelta per il ritiro estivo presso l’albergo. La presenza della squadra campana trasforma l’atmosfera a «Il Ciocco», creando un clima di eccitazione tra gli ospiti e i calciatori. Gli allenamenti del Napoli non avvenivano solo sul campo, ma si svolgevano anche nella convivialità degli spazi comuni, unendo sport e socializzazione.

Gli incontri memorabili con i calciatori del Napoli

Un giovane cameriere in mezzo ai suoi idoli

Per il sedicenne Marco Tardelli, lavorare come cameriere all’albergo significava trovarsi a fare il servizio ai tavoli di personaggi che fino a quel momento erano solo volti conosciuti nel piccolo schermo. I calciatori del Napoli animavano l’ambiente, si mischiavano con i turisti e incantavano il giovane Tardelli, che viveva un’esperienza unica, al di là del suo lavoro quotidiano.

La sorpresa e l’emozione di un ragazzo di quell’età, cresciuto ammirando i calciatori in bianco e nero durante le partite della domenica, venivano amplificate dalla loro presenza tangibile. Tardelli racconta come fosse affascinato dalla dinamicità del gruppo, vivendo ogni incontro con laici stupore. I giocatori non erano solo figure cartacee nei giornali, ma persone vere, che condividevano attimi anche divertenti durante le loro pause.

Storie di amicizia e attimi di leggerezza

In questo contesto, Marco Tardelli ebbe occasione di scambiare alcune parole con i calciatori. Tra di loro, si distinguevano personalità come Zurlini, Vianello e Panzanato. A differenza di alcuni dei nomi più blasonati, che mostrano riserve, Tardelli trova con i compagni di squadra la possibilità di interagire e di creare ricordi indelebili. Le piccole conversazioni e le risate sembrano una lunghezza d’onda che unisce un giovane timido e un gruppo di professionisti, mentre il pallone continua a rotolare.

Anche l’allenatore Chiappella giocava un ruolo importante nell’atmosfera del ritiro. La sua figura incarna il senso di unità e coesione tra i giocatori, facendo sentire tutti importanti, come un’unica grande famiglia. In questo clima di spontaneità e senza eccessive pretese, i momenti di svago in piscina diventano occasioni di svago e legame tra calciatori e turisti.

Il cameriere del Ciocco che diventa un campione del mondo

Dal ritiro estivo al trionfo calcistico

Marco Tardelli, il giovane cameriere di «Il Ciocco», si ritroverà dodici anni dopo a coronare il suo sogno calcistico, indossando la maglia della Nazionale italiana durante la Coppa del Mondo. La trasformazione da ragazzo mingherlino dietro un tavolo a campione del mondo è una storia di ambizioni e talento, cresciuti nel contesto di quegli incontri estivi.

Il suo legame con quell’estate e quei personaggi, alcuni dei quali avrebbero segnato la storia del calcio italiano, diventa significativo. Al momento del trionfo, il famoso urlo di gioia di Tardelli risuona come simbolo non solo di una vittoria, ma di un percorso che si snoda attraverso ricordi e esperienze a «Il Ciocco», che hanno ispirato un ragazzo a credere nel suo sogno.

Lascio un segno indelebile

Il ritiro del Napoli, così come le interazioni tra calciatori e turisti, hanno lasciato un’impronta duratura. Le storie di quegli anni e i legami intrecciati in quella stagione rimarranno nella memoria di chi ha avuto la fortuna di viverle. Marco Tardelli, divenuto simbolo di una generazione di speranze, trova nel passato una connessione profonda con le proprie radici e la propria storia.

Mentre l’Italia attraversava momenti critici, il calcio rappresentava una fuga, unione e celebrazione, rendendo quell’estate al Ciocco un capitolo straordinario in un libro di storie di sport, amicizia e crescita personale.

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