Tar Piemonte accoglie ricorso di tifoso napoletano contro divieto di trasferta alla Juve-Napoli

Tar Piemonte accoglie ricorso di tifoso napoletano contro divieto di trasferta alla Juve-Napoli - Ilvaporetto.com

Il recente intervento del Tar Piemonte ha sollevato questioni significative riguardo alla sicurezza negli eventi sportivi, in particolare in occasione della prossima sfida tra Juventus e Napoli. Un tifoso partenopeo ha con successo contestato il divieto di trasferta emesso dal prefetto di Torino per la partita in programma oggi alle 18 all’Allianz Stadium. La decisione del tribunale si basa su circostanze specifiche alla situazione del ricorrente, suggerendo che potrebbero esserci differenze significative nella sua applicazione ad altri tifosi.

Il divieto di trasferta e le motivazioni del prefetto

I motivi della restrizione

Il divieto di trasferta imposto dal prefetto di Torino per la partita Juventus-Napoli è stato stabilito a seguito di incidenti di violenza tra tifoserie diverse che si sono verificati in precedenti occasioni. Tali eventi hanno costretto le autorità a prendere misure precauzionali per garantire la sicurezza pubblica durante gli incontri, in particolare quelli che vedono opposte squadre con storiche rivalità. L’intento era di prevenire situazioni di conflitto che potrebbero mettere a rischio sia i tifosi che le forze dell’ordine.

L’ordinanza del Tar

Il Tar Piemonte ha valutato con attenzione il ricorso presentato dal tifoso napoletano, contestando le presunzioni alla base del divieto. Il tribunale ha ritenuto che l’ordinanza del prefetto fosse infondata in questo caso specifico, sottolineando che la decisione era stata basata su eventi di violenza che non riguardavano direttamente le tifoserie coinvolte in questa particolare partita. Va notato che il Tar ha espresso chiaramente l’intenzione di considerare le peculiarità di ogni singolo caso, piuttosto che applicare una normativa rigida a tutti i tifosi.

Le considerazioni del Tar sul ricorrente

La personalità del genitore ricorrente

Nella propria sentenza, il Tar ha fatto esplicito riferimento alla “personalità professionale del genitore ricorrente”. Questo indica che il tribunale ha valutato con attenzione il profilo personale e la situazione specifica del tifoso, il quale non faceva parte di un gruppo di tifosi organizzato, il che riduceva il rischio di comportamenti violenti o di risse.

L’isolamento con il figlio

Un elemento cruciale del caso era l’isolamento del tifoso con il proprio figlio. Questo aspetto ha contribuito a distinguere la situazione dal quadro generale di violenza riscontrato in altri eventi. Il Tar ha riconosciuto che la presenza del bambino non poteva essere interpretata come un fattore di rischio, anzi, rafforzava l’argomento per una maggiore cautela e per l’altrettanto importante fattore di responsabilità del genitore.

L’incedibilità dei biglietti

Un ulteriore motivo di contestazione previsto nel ricorso riguarda l’incedibilità dei biglietti già acquistati. L’impossibilità di rivendere i biglietti renderebbe ancor più complessa la giustificazione di un divieto indiscriminato, colpendo l’esperienza di coloro che si sono preparati per assistere alla partita. Il Tar ha quindi messo in luce che, mentre si devono considerare le esigenze di sicurezza, è fondamentale tutelare anche i diritti dei singoli tifosi.

Impatto e future implicazioni

Le ricadute sulla sicurezza negli eventi sportivi

La decisione del Tar Piemonte potrebbe avere impatti significativi sulle politiche di sicurezza adottate durante le partite di calcio in Italia. Se il ricorso di questo tifoso è visto come un precedente, potrebbe portare a un riesame delle ordinanze più generali emesse dai prefetti. In un contesto in cui la sicurezza è di importanza fondamentale, ogni misura deve essere giustificata e calibrata sulla base di realtà specifiche, piuttosto che su generalizzazioni.

Riflessioni sulla gestione delle tifoserie

Questa vicenda mette in evidenza anche la necessità di un approccio più sfumato da parte delle autorità competenti nella gestione delle tifoserie. La categorizzazione dei tifosi come potenziali pericoli deve tener conto delle differenze tra i vari gruppi e le singole situazioni, al fine di evitare discriminazioni e tutelare chi desidera semplicemente assistere a una partita in modo pacifico.

La sentenza rappresenta un messaggio chiaro: le autorità devono essere pronte a differenziare situazioni e non lasciare che il timore di bene comune giustifichi restrizioni che possono penalizzare ingiustamente i tifosi.

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