Oggi segna un importante passo nella cura pediatrica all’azienda ospedaliera universitaria Federico II di Napoli, con l’apertura di una nuova oasi naturale progettata per integrare il contatto con la natura nei percorsi riabilitativi dei giovani pazienti. Questa innovativa iniziativa si inserisce nel trend crescente delle oasi in ospedale, avviato dal WWF in Italia, e mira a creare spazi di tranquillità e socializzazione per bambini e famiglie, specialmente per coloro che affrontano lunghe degenze. Con questa nuova struttura, si ampliano le possibilità terapeutiche e di recupero fisico e psichico all’interno dell’ospedale.
L’oasi in ospedale: un modello innovativo
L’Oasi in Ospedale di Napoli è un’area verde interattiva che va oltre il classico spazio verde. Negli ultimi mesi sono già state realizzate oasi simili a Palermo, Bari e Padova, ma quella partenopea ha delle caratteristiche particolarmente mirate alla valorizzazione educativa e terapeutica. Questa area comprende alberi, fiori per attrarre farfalle, siepi e specchi d’acqua, oltre a piante aromatiche e habitat per la piccola fauna, come casette nido per uccelli e mangiatoie per insetti. Il progettista ha pensato a uno spazio che permetta ai piccoli pazienti di esplorare e interagire con la natura mentre si trovano in un contesto ospedaliero.
Il design dell’oasi punta a stimolare la curiosità e l’apprendimento attraverso l’osservazione della natura. Essa funge da laboratorio all’aperto, dove i bambini possono imparare a prendersi cura dell’ambiente e svolgere attività che facilitano il recupero. Per i pazienti con difficoltà motorie, sono stati previsti anche giardini portatili su carrelli, rendendo l’esperienza accessibile a tutti, indipendentemente dalle limitazioni fisiche.
Si stima che questa oasi avrà un impatto positivo su oltre 3.000 bambini all’anno, offrendo uno spazio dove poter alleviare la tensione e favorire il benessere psicologico.
Collaborazioni rilevanti e sostegno austriaco
L’iniziativa dell’Oasi in Ospedale è il frutto di una sinergia tra diverse professioni e associazioni. Sono stati coinvolti pediatri dell’Associazione Culturale Pediatri e del gruppo Pediatrici per un mondo possibile . Hanno anche dato il loro contributo attivo Fondazioni come Fight the Stroke e un comitato scientifico che ha guidato la realizzazione, con il patrocinio dell’Associazione Ospedali Pediatrici Italiani .
In aggiunta, il WWF ha assunto un ruolo cruciale formando il personale medico e educativo che opererà all’interno dell’oasi. Il percorso formativo prevede incontri sia in presenza che online, per garantire che gli operatori competenti possano realizzare al meglio le attività educative e terapeutiche proposte.
La presenza di figure chiave, come il direttore sanitario dell’azienda, Anna Borrelli, e altri esponenti del progetto, evidenzia l’importanza di una trasversale cooperazione tra le varie professionalità coinvolte nel progetto, con l’ambizioso obiettivo di migliorare le condizioni di degenza per i giovani pazienti.
Benefici terapeutici delle oasi in ospedale
Le ricerche dimostrano che trascorrere tempo in spazi verdi può avere effetti benefici sull’organismo, in particolare per quanto riguarda la riduzione di stress e ansia. L’uso delle Oasi in Ospedale può abbattere i livelli di dolore e migliorare la qualità della vita dei pazienti. Attività come l’osservazione di fiori, laghetti e fauna selvatica portano a un abbassamento della pressione sanguigna, a una diminuzione della tensione muscolare e a una stabilizzazione del battito cardiaco.
Qui i bambini possono immergersi in un contesto che offre sostegno al recupero fisico e psichico, apprendendo l’importanza della cura dell’ambiente e della biodiversità . L’oasi diventa dunque un luogo di apprendimento interattivo, dove si incoraggia la conoscenza della piccola fauna, come insetti e uccelli, indispensabili per mantenere l’ecosistema in equilibrio.
Il progetto delle Oasi in Ospedale si propone di garantire esperienze di cura e apprendimento che arricchiscono la vita di giovani pazienti e delle loro famiglie, creando così un legame più profondo con la natura anche nelle circostanze più difficili.