Un’azione controversa e temuta sta per prendere forma a Bagnoli: il piano di riqualificazione dell’area presenta il raddoppio degli scarichi a mare, un progetto che rischia di compromettere la ricca biodiversità dell’Area Marina Protetta della Gaiola. Nella bellissima Napoli, ambientalisti e cittadini sono mobilitati per difendere uno dei suoi maggiori tesori naturali e culturali.
Il progetto PRARU e il raddoppio degli scarichi
Il piano PRARU, indirizzato alla riqualificazione di Bagnoli-Coroglio, ha ricevuto l’approvazione, ma non senza suscitare forti preoccupazioni. Tra le misure previste, il raddoppio degli scarichi fognari a mare rappresenta un punto controverso. La costruzione di un secondo scarico che si colloca vicino al Collettore dell’Arena Sant’Antonio comporterà il rilascio di acque nere e piovane direttamente nel mare, un’azione che potrebbe alterare profondamente l’equilibrio dell’Area Marina Protetta della Gaiola, riconosciuta per la sua bellezza e biodiversità.
La Commissione Pniec/Pnrr del Ministero dell’Ambiente ha espresso parere favorevole a questo progetto, scatenando reazioni di indignazione tra i sostenitori dell’ambiente. Il raddoppio degli scarichi, che passerà da 100 a 200 metri cubi al secondo, solleva seri timori per habitat vulnerabili come la Posidonia oceanica e il Coralligeno. Le conseguenze di tali scarichi incontrollati sono evidenti e preoccupanti, mettendo a rischio la salute dell’ecosistema marino e, parallelamente, la qualità della vita degli abitanti della zona.
La protesta degli ambientalisti e dei cittadini
Guidati da un forte spirito di protezione, diversi gruppi ambientalisti e cittadini si sono uniti per opporsi a questa scelta. Il Coordinamento Tutela Mare , formato da 16 associazioni tra cui Greenpeace, Legambiente e WWF, ha definito questo progetto come “un precedente gravissimo“. Inoltre, hanno rilanciato una petizione siglata nel 2022 che ha quasi raggiunto le 10.000 firme, sottolineando l’urgenza della situazione e l’importanza di proteggere questo patrimonio naturale.
Le problematiche legate agli scarichi a mare non sono nuove a Napoli. Durante le forti piogge, fenomeni di “troppo pieno” portano le acque non trattate direttamente in mare, eludendo il trattamento che dovrebbe avvenire presso il depuratore di Cuma. Queste criticità ripetute mettono a rischio la qualità dell’acqua, creando danni irreversibili all’ecosistema. I report tecnico-scientifici confermano dunque le gravi minacce che incombono sull’area di maggiore valenza biologica e culturale della costa napoletana.
Un’azione di salvaguardia necessaria
Il raddoppio degli scarichi a mare pone il futuro dell’Area Marina Protetta della Gaiola in una situazione precaria. Nonostante le proteste degli ambientalisti e il clamore pubblico, il progetto continua a procedere. Questo ha spinto le associazioni e i cittadini a chiedere soluzioni alternative e sostenibili per la gestione delle acque reflue, come il potenziamento del depuratore di Cuma e il miglioramento delle infrastrutture fognarie.
La salvaguardia della Gaiola si configura non solo come una questione di tutela ambientale, ma come un imperativo verso il nostro patrimonio culturale e naturale, da tramandare alle generazioni future. Ogni azione conta in questo processo di riscoperta e valorizzazione di una zona che rappresenta un angolo prezioso di Napoli, importante per la sua biodiversità e le sue bellezze uniche che rischiano di andare perdute. Il futuro della Gaiola richiede un impegno collettivo e uno sforzo concreto per garantire che il difficile equilibrio tra sviluppo e tutela non venga compromesso.