Nel mondo del calcio, il sistema VAR continua a suscitare dibattiti intensi e desideri di innovazione. Recentemente, il direttore dell’Associazione Italiana Arbitri , MARCO ZAPPI, ha espresso opinioni interessanti sul futuro del VAR, in particolare riguardo alle chiamate da parte di capitani e allenatori, ispirandosi alle pratiche già in uso nel rugby. Questo articolo si propone di analizzare da vicino le nuove possibili direzioni che il calcio potrebbe prendere in merito all’uso del VAR, mettendo in luce le sperimentazioni già avviate altrove nel mondo.
L’apertura alla sperimentazione nel VAR
MARCO ZAPPI ha sottolineato come l’Ifab sarà il body decide su eventuali modifiche nel funzionamento del VAR. La AIA, però, si mostra proattiva e aperta verso qualsiasi tipo di sperimentazione che possa migliorare l’esperienza di gioco e la giustizia sportiva nel calcio. ZAPPI ha affermato la sua inclinazione verso un criterio di giustizia sostanziale, il che include la possibilità che i capitani o gli allenatori possano avanzare delle richieste per una revisione delle decisioni in campo. La sensazione è che, attraverso questa apertura, si potrebbe sviluppare un sistema che garantisce che nessuna squadra abbandoni il campo con l’idea di aver subito un’ingiustizia.
Questa prospettiva di cambiamento è fondamentale in un sport dove le emozioni e le decisioni arbitrali possono influenzare pesantemente le sorti di una squadra. L’introduzione della chiamata da parte dei protagonisti in campo, infatti, potrebbe dare nuovo slancio al dialogo su ciò che accade durante le partite. Tuttavia, ZAPPI ricorda che, nonostante l’influenza delle chiamate esterne, l’arbitro mantiene sempre il diritto e la responsabilità di rimanere fedele alla propria interpretazione degli eventi.
Esempi di innovazioni nel calcio inglese
La sperimentazione in Inghilterra, dovuta al crescente utilizzo della tecnologia e alla comunicazione aperta tra arbitri e pubblico, rappresenta un punto di riferimento per altri paesi. In particolare, nel contesto della Coppa di Lega, gli arbitri stanno iniziando a spiegare direttamente ai tifosi le motivazioni che accompagnano le decisioni prese con il VAR. Questa iniziativa appartiene a una più ampia visione di trasparenza che potrebbe confortare i sostenitori, spesso frustrati dall’apparente arbitrio delle decisioni.
Il parellelo con il rugby, dove gli arbitri interagiscono direttamente con i fan e dichiarano le decisioni sul campo, è stato citato da ZAPPI come esempio di come anche il calcio potrebbe evolvere in questa direzione. La disponibilità a considerare tecniche comunicative simili in Italia, sottolinea un interesse verso un metodo di arbitraggio che favorisca il coinvolgimento sia dei calciatori che dei tifosi.
Una visione culturale per il futuro del VAR in Italia
L’apertura culturale nel calcio britannico viene vista come un possibile modello da seguire anche in Italia. ZAPPI ha accennato alla necessità che gli arbitri italiani, e più in generale tutta la comunità calcistica, si evolvano in modo da poter accogliere e integrare tali pratiche. Questa evoluzione non è solo tecnologica ma anche culturale, e richiede tempo e un cambiamento nella mentalità di atleti, dirigenti e tifosi.
Modi di operare più aperti e chiari potrebbero permettere una fruizione del gioco più serena e consapevole. Nell’ambito della cultura sportiva italiana, vi è bisogno di un cambio di paradigma. L’avvicinamento verso l’accettazione del VAR come strumento positivo e collaborativo è una sfida che richiede l’impegno di tutti gli attori coinvolti. Con la speranza di un rapido approdo di queste innovazioni nel nostro campionato, il sentire comune è che è arrivato il momento di dare una spinta costruttiva al dialogo sul VAR e sulla sua implementazione.