A quarto, la comunità si unisce contro le aggressioni omofobe: denunce e solidarietà

Nel contesto delle crescenti aggressioni omofobe a Quarto, comune alle porte di Napoli, cittadini e comunità LGBTQ+ si stanno mobilitando per denunciare la violenza e chiedere maggiore sicurezza. Le recenti testimonianze di vittime e alleati mettono in luce una realtà preoccupante che richiede attenzione e intervento immediato.

Le aggressioni: una crescente preoccupazione

Negli ultimi anni, Quarto ha visto un aumento preoccupante di aggressioni rivolte sia alla comunità LGBTQ+ che a giovani considerati vulnerabili. Dario Halfaxa, un attivista locale, ha dedicato oltre un decennio a denunciare queste violenze, evidenziando l’azione di gruppi di minorenni e anche di adulti, che prendono di mira chiunque considerino debole. Questo clima di paura è divenuto insostenibile, e le aggressioni non sono più limitate a insulti e attacchi verbali. Ultimamente, le vittime riportano episodi di violenza fisica, segnalando gesti che vanno dal lancio di oggetti al contatto fisico diretto.

La situazione è diventata sempre più critica: Dario stesso ha recentemente subito un attacco in strada mentre stava fumando davanti a un locale. Un estraneo lo ha colpito con uno schiaffo, un episodio che ha scosso non solo lui ma anche tutta la comunità, la quale si sente minacciata da una violenza che apparentemente non conosce cesure. Dario afferma con forza che non si può accettare questa situazione nel 2024 e richiama la necessità di denunciare e proteggere i più giovani.

Testimonianze di vittime e amici

Lorena Romano, un’amica di Dario, ha condiviso una sua recente esperienza traumatica: è stata colpita in faccia da una pietra lanciata da un adolescente. L’aggressione è stata accompagnata da insulti omofobi, amplificando il dolore della violenza fisica. Nonostante la ferita, Lorena ha scelto di denunciare l’accaduto, mostrando un coraggio che è condiviso da molti nella comunità. Inoltre, ha segnalato un episodio di discriminazione sul lavoro, dove un negozio ha respinto la sua candidatura perché non considerata una “donna vera”. La sua testimonianza mette in evidenza come la violenza e la discriminazione si manifestano in molti aspetti della vita quotidiana.

La solidarietà che si è creata attorno a queste esperienze è stata palpabile. Cristian Carandente, un fotografo di Quarto, ha espresso il suo sostegno e ha offerto la sua professionalità per contribuire a un progetto di sensibilizzazione. Il suo impegno rappresenta il desiderio della comunità di non rimanere in silenzio di fronte a un problema che colpisce in modo indiscriminato.

Iniziative locali e risposta istituzionale

La risposta a queste aggressioni non si è fatta attendere. Emanuele Romanelli, rappresentante dell’associazione CorACor, ha dichiarato che l’organizzazione ha contattato il sindaco di Quarto, Antonio Sabino, per sollecitare un’azione concreta. Oltre a cercare un incremento della sicurezza nel territorio, è stata proposta l’istituzione di uno sportello di ascolto per le vittime. Questa iniziativa mira a fornire supporto alle persone che hanno subito violenza e a creare uno spazio sicuro dove si possano raccontare le proprie esperienze.

Il sindaco Sabino ha risposto prontamente, riunendosi con il Prefetto per discutere le misure da adottare, come il potenziamento dei controlli nelle aree più critiche. Questi provvedimenti sono fondamentali per garantire maggiore sicurezza e per proteggere i cittadini dalle aggressioni. Inoltre, il coinvolgimento delle istituzioni è essenziale per affrontare questo fenomeno, che non solo danneggia le vittime, ma mina anche la coesione sociale all’interno della comunità.

Gli attivisti locali e i cittadini di Quarto continuano a impegnarsi nella lotta contro l’omofobia e la violenza, uniti da un unico obiettivo: un ambiente più inclusivo e sicuro per tutti.

Published by
Valerio Bottini