La città di Napoli si è unita in un abbraccio collettivo per commemorare Giovanbattista Cutolo, noto come Giogió, a un anno dalla sua morte prematura avvenuta a soli 24 anni. L’evento ha visto la partecipazione di familiari, amici e rappresentanti delle istituzioni nel cuore pulsante di piazza Municipio. La scritta “Giogió vive” echeggia nel ricordo di un giovane che ha lasciato un’impronta indelebile nei cuori di chi l’ha conosciuto. Questo articolo approfondisce l’evento commemorativo, le parole della madre e il contesto flagellato dalla violenza giovanile che ha portato alla sua inaccettabile scomparsa.
La piazza Municipio di Napoli è diventata testimone di un momento commovente per la memoria di Giovanbattista Cutolo. Il corteo, organizzato da Daniela Di Maggio con il motto “Giogiò nisciuno te scorda“, ha visto la presenza di numerose persone, tra cui il padre di Giogió, Franco Cutolo, e le autorità locali. È stato un raduno sotto il segno della musica e della cultura, in cui i partecipanti hanno portato avanti il messaggio di non dimenticare il giovane talentuoso stroncato dalla violenza.
La presenza di esponenti delle forze dell’ordine e della politica, come il prefetto di Bari, il questore Agricola e il vicesindaco Lieto, ha dato ulteriore rilievo alla manifestazione. Essi hanno rinnovato l’impegno delle istituzioni a combattere il crimine giovanile e a proteggere i giovani, in un clima che richiede rinnovata attenzione e dialogo sociale.
Non sono mancati, durante il raduno, gli amici e i colleghi di Giovanbattista, come quelli del Conservatorio San Pietro a Majella, della Nuova Orchestra Scarlatti e dell’Orchestra dei Quartieri Spagnoli. L’atmosfera del corteo è stata caratterizzata anche dalla presenza dei piccoli musicisti dell’Orchestra di Fiati “Giovanbattista Cutolo”, che ha evidenziato il legame duraturo di Giogió con il mondo della musica. La comunità musicale ha dimostrato di voler portare avanti la sua eredità, continuando a diffondere la cultura musicale e l’arte, in nome di un giovane che ha ispirato molti con il suo talento.
Le parole di Daniela Cutolo, madre di Giovanbattista, hanno colpito il pubblico e i media presenti al corteo. Con toni forti e carichi di emozione, ha descritto il figlio come simbolo di speranza e rinascita, paragonandolo ai magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, entrambi vittime della violenza mafiosa. La madre ha esortato i napoletani a risvegliarsi e ad alzare la voce contro i criminali, descrivendo il dolore della perdita come una chiamata all’azione per tutti.
Daniela Cutolo ha criticato l’atteggiamento passivo verso la violenza giovanile, dichiarando: “I violenti sono zombie, escono dalle tombe solo per seminare paura e terrore.” La sua testimonianza ha voluto trasmettere un messaggio di resilienza, chiarendo che la morte di Giogió non deve essere dimenticata, ma piuttosto trasformata in un motivo per unire la comunità nella lotta contro la criminalità.
Quando le è stata posta la domanda riguardo a un possibile impegno politico, la madre di Giogió ha risposto con cautela, segnalando i cambiamenti legislativi avvenuti grazie al suo impegno, come l’abbassamento dell’età punibile. Ha evidenziato che i risultati ottenuti nel corso dell’anno consecutivo alla tragedia di suo figlio sono un chiaro esempio di come sia possibile agire concretamente, lasciando intendere che il suo attivismo si ponga come alternativa a politiche di indifferenza.
Il drammatico omicidio di Giovanbattista Cutolo si è verificato nella mattina del 31 agosto, quando il giovane si trovava all’esterno di un pub in piazza Municipio. Un alterco per il parcheggio di scooter tra amici di Giogió e un gruppo di ragazzi ha scatenato una violenta colluttazione. Durante la rissa, uno dei giovani coinvolti ha estratto una pistola, sparando tre colpi: due colpirono Giogió alle spalle e uno al petto, causando la sua morte prematura, prima ancora dell’arrivo dei soccorsi.
Il colpevole, un ragazzo di 17 anni, è stato condannato a 20 anni di reclusione, che rappresenta la massima pena applicabile per un minorenne. La sentenza ha suscitato una vasta gamma di reazioni nella comunità locale e nei familiari della vittima. L’omicidio ha aperto dibattiti profondi sulla violenza giovanile a Napoli, spingendo molti a riflettere sul contesto in cui tali atti di violenza si verificano.
Giovanbattista Cutolo non è solo un nome, ma un simbolo di una battaglia più ampia che coinvolge non solo la sua famiglia, ma la città intera. La sua morte ha innescato un movimento di protesta e consapevolezza, con la speranza concreta che eventi simili possano essere prevenuti in futuro, e che la memoria di Giogió possa ispirare profondi cambiamenti nella società.