La recente iniziativa di raccolta firme da parte di padre Carmelo Raco, parroco della chiesa di San Giorgio Maggiore a Forcella, ha generato un’intensa controversia tra i fedeli e i rappresentanti politici locali. L’episodio, avvenuto subito dopo la celebrazione della messa, ha attirato l’attenzione per le sue implicazioni nelle dinamiche politiche e religiose, sollevando interrogativi non solo sul corretto utilizzo dei luoghi di culto ma anche sulla posizione della Chiesa riguardo alle attuali riforme costituzionali.
La raccolta firme e la reazione dei fedeli
Un’iniziativa controversa
L’iniziativa, che prevedeva la raccolta di firme per un referendum contro l’autonomia differenziata, è stata avviata da padre Carmelo Raco subito dopo la celebrazione della messa. Nonostante la determinazione del parroco, i fedeli hanno espresso malcontento, sentendosi spiazzati e, in alcuni casi, addirittura offesi. Più di un centinaio di firme sono state raccolte, seguite dalla promessa di un nuovo incontro a settembre, questa volta con un banchetto posizionato all’esterno della chiesa. Tuttavia, la modalità di svolgimento ha sollevato interrogativi sulla sua correttezza, considerando il contesto in cui si è svolta.
Le critiche di Fratelli d’Italia
Fratelli d’Italia ha prontamente stigmatizzato l’azione del parroco, e a parlare è stato Armando Manzo, presidente del circolo Vomero-Arenella, il quale ha sottolineato l’inadeguatezza di sfruttare un luogo di culto per scopi politici. Manzo ha raccolto il malcontento di diversi fedeli, che hanno testimoniato di aver assistito a una vera e propria propaganda politica durante la messa. Le dichiarazioni del rappresentante politico sono state forti, definendo l’iniziativa come uno “spot” inopportuno e chiedendo un intervento da parte dell’autorità ecclesiastica per porre fine a questa situazione.
La posizione della Chiesa sull’autonomia differenziata
Il contesto ecclesiastico
La posizione della Chiesa riguardo all’autonomia differenziata è ben nota e si direziona su un fronte di ferma opposizione. A testimoniare quanto sostenuto da padre Raco nel suo operato è il parere già espresso da importanti figure ecclesiastiche, come il segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana , monsignor Giuseppe Baturi. Quest’ultimo ha espresso preoccupazione sull’impatto della riforma Calderoli, sottolineando come questa possa compromettere i diritti fondamentali, tra cui il diritto alla salute.
Le dichiarazioni dei vescovi
Anche i vescovi della diocesi di Napoli, di fronte a queste dichiarazioni, hanno ribadito il loro dissenso. L’arcivescovo di Napoli, Mimmo Battaglia, ha commentato la questione con fermezza, avvertendo che l’autonomia differenziata è una misura che non porta benefici ed è, anzi, un tentativo di “indorare la pillola” su una riforma che non gode di un adeguato consenso popolare. Dello stesso avviso è stato Antonio Di Donna, vescovo di Acerra, il quale ha avvertito su come la proposta possa portare a una sostanziale “secessione dei ricchi”, approfondendo ulteriormente i timori legati a una distribuzione diseguale delle risorse sul territorio nazionale.
Le implicazioni politiche e sociali
La campagna di Fratelli d’Italia
Fratelli d’Italia, attraverso le dichiarazioni del coordinatore cittadino di Napoli, Marco Nonno, e del vice Luigi Rispoli, ha chiarito la propria posizione. Il partito è attualmente impegnato in una campagna d’informazione per sfatare le numerose disinformazioni riguardanti le attività del Governo, sottolineando l’importanza di un dibattito aperto e trasparente. Questa iniziativa giunge in un periodo di forte polarizzazione politica, dove la questione dell’autonomia differenziata è al centro del dibattito pubblico.
Le reazioni della comunità locale
In questo contesto, la comunità locale ha mostrato segnali di frustrazione e disorientamento. La mescolanza di politica e religione in un luogo di culto ha toccato una corda sensibile tra i fedeli, evidenziando il bisogno di rispettare la sacralità del contesto ecclesiastico. Le reazioni variano da chi sostiene la libertà di espressione del parroco, a chi invece chiede un ripristino di una dimensione spirituale separata dalla politica, evidenziando un forte desiderio di mantenere la chiesa un luogo di riflessione e preghiera, piuttosto che un campo di battaglia per questioni politiche.
Il dibattito si fa quindi intenso, con aspettative di sviluppi futuri e la necessità di un confronto sincero tra le varie parti coinvolte nel dibattito su un tema di così grande rilevanza sociale e politica.