Amato Ciciretti, noto per la sua carriera nel Napoli, si trova al centro di una tempestosa vicenda che ha dell’incredibile. L’ex calciatore, attualmente in attività in Serie D, è stato oggetto di una richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura per gravi accuse di lesioni, stalking e minacce di morte nei confronti della sua ex moglie. La situazione emergente, caratterizzata da episodi di violenza avvenuti anche in presenza del loro figlio piccolo, solleva interrogativi inquietanti sul comportamento dell’atleta nel contesto di una separazione.
Le pesanti accuse di stalking e lesioni
Secondo quanto riportato dall’edizione di Repubblica, il pm Antonio Clemente ha messo in evidenza un quadro accusatorio pesante contro Ciciretti. Non solo l’ex calciatore avrebbe controllato gli spostamenti della donna utilizzando un dispositivo GPS, ma sarebbe anche accusato di avere aggredito verbalmente e fisicamente la sua ex moglie. Nelle dichiarazioni emerse dagli atti, si fa riferimento a minacce di morte esplicite, tra cui l’intento di “tagliarle la gola” o di “sfregiarle il bel viso”. Queste affermazioni, inquietanti e violente, sono state descritte come parte di un comportamento persecutorio che ha avuto luogo anche alla presenza del loro bambino.
La gravità delle accuse non si limita a semplici parole. Secondo la ricostruzione fornita dall’accusa, la situazione ha subito un notevole deterioramento dopo l’avvio delle pratiche di separazione nell’estate del 2022. La donna sarebbe stata costretta a limitare notevolmente le sue libertà, uscendo solo in compagnia di amici o del proprio padre, spaventata dalle reiterate minacce.
Le minacce ai familiari e l’escalation della violenza
Oltre a colpire la sua ex moglie, Ciciretti avrebbe indirizzato le sue intimidazioni anche verso la famiglia di lei, promettendo di fare del male ai suoi genitori. Le minacce sarebbero state chiare e dirette: “faccio del male a tuo padre” o “ti faccio piangere”, testimoniando un’intensificazione della violenza psicologica. Questi comportamenti sono stati registrati in un contesto di crescente angoscia, assicurandosi che la vittima si sentisse perseguitata e in pericolo.
La situazione è culminata il 27 settembre 2022, quando Ciciretti si è presentato sotto casa della vittima. Secondo le denunce, dopo aver chiuso a chiave il portoncino d’ingresso, avrebbe preteso di controllare il cellulare della donna. La situazione è degenerata, culminando in un’aggressione fisica: un colpo schiaffo che ha costretto la donna a cadere a terra, esprimendo un episodio preoccupante della sua condizione di vulnerabilità.
Aggressioni in strada e intimidazioni
Il cronoprogramma degli eventi non si arresta qui. Non molto tempo dopo l’episodio del 27 settembre, Ciciretti si sarebbe avvicinato nuovamente alla ex moglie mentre si trovava in automobile. Poiché non era riuscito a entrare nell’abitacolo, il calciatore avrebbe avuto una reazione violenta, infierendo calci sulla portiera dell’auto e proferendo ulteriori minacce di morte: “scendi t’ammazzo”. Questi eventi delineano un quadro desolante di una spirale di violenza che è andata in crescendo, facendo emergere la necessità di monitorare attentamente la salute psicologica delle persone coinvolte e la sicurezza di chiunque possa essere in pericolo.
Il dramma che sta vivendo Amato Ciciretti è emblematico delle difficoltà e delle tensioni che possono insorgere in contesti di separazione, ma i dettagli delle accuse pongono interrogativi su un comportamento che è ben oltre i limiti della legalità. La questione ora è nelle mani della magistratura, che dovrà esaminare attentamente le prove e decidere il futuro sia dell’ex calciatore che della sua vittima.