Il mondo del fotogiornalismo piange la scomparsa di Ettore D’Aco, figura di riferimento nel settore, morto la scorsa notte a Zara, in Croazia, dove aveva scelto di vivere negli ultimi ventitré anni. La sua morte ha lasciato un vuoto difficile da colmare, specialmente per la moglie Lucia e per i suoi due figli, Milena e Federico, che lo ricordano con affetto e ammirazione. D’Aco, che all’età di 82 anni ha lasciato questo mondo, ha trascorso gran parte della sua carriera professionale al “Messaggero“, un quotidiano per cui ha contribuito con il suo obiettivo a raccontare storie che hanno segnato la cronaca italiana.
Ettore D’Aco si è unito alla redazione del “Messaggero” negli anni ’70, intraprendendo un viaggio professionale che lo ha visto protagonista innumerevoli volte nel racconto visivo delle notizie. La sua passione per la fotografia lo ha portato a coprire eventi cruciali, dalle cronache quotidiane agli avvenimenti più colpiti dalla cronaca nera. La sua capacità di congelare un attimo, di trasformare un istante in una narrazione visiva, lo ha reso una figura amatissima e rispettata nel panorama del giornalismo. Ha seguito con particolare dedizione casi di rilevante importanza, tra cui il noto “Canaro della Magliana“, che lo ha reso noto per il soprannome di fotografo “cinese”, un appellativo che evidenziava sia la sua origine che il suo occhio attento ed acuto.
Fino al suo pensionamento nel 2001, D’Aco ha lavorato in quasi tutti i settori del quotidiano, lasciando un segno indelebile nelle pagine del “Messaggero“. La sua dedizione al lavoro e la passione per la fotografia hanno portato a innumerevoli scatti memorabili, che hanno raccontato la vita e i cambiamenti della capitale italiana e oltre. La sua presenza sul campo era costante, tanto da essere rimasto in servizio anche durante eventi critici, come la notte degli attentati mafiosi al Velabro e a San Giovanni, dove fu il primo a giungere sul posto, immortalando i momenti più drammatici della cronaca romana.
Negli ultimi ventitré anni, Ettore D’Aco ha scelto Zara come sua residenza, un luogo che non solo ha rappresentato un rifugio, ma anche un’altra dimensione della sua vita e della sua carriera. Qui, ha continuato a mantenere viva la sua passione per la fotografia e il giornalismo, diventando un esponente attivo della comunità degli italiani che vivono nel centro adriatico. D’Aco non era solo un fotoreporter, ma anche un referente culturale per molti connazionali, contribuendo a costruire un ponte tra le sue radici romane e la nuova vita in Croazia.
La sua disponibilità e il suo interesse per le persone che lo circondavano lo hanno premiato con stima e affetto. Era noto per la sua capacità di raccontare la cultura e le tradizioni locali attraverso le sue immagini, creando così un legame tra i vari aspetti della vita in una nuova realtà. Nonostante i cambiamenti, D’Aco ha continuato a coltivare il suo amore per il giornalismo, restando attento alle questioni sociali e agli eventi che caratterizzavano la vita a Zara. La sua presenza si sentiva non solo tra i compagni di lavoro, ma anche tra la gente comune, che apprezzava il suo modo di vedere e raccontare il mondo.
Anche se Ettore D’Aco è scomparso, il suo spirito e il suo lavoro vivranno attraverso i molti scatti che ha lasciato e che raccontano una storia collettiva. Professionisti del settore e colleghi lo ricordano con affetto e riconoscenza per il suo contributo significativo al fotogiornalismo e per il suo approccio unico nel catturare l’essenza della vita. Il cronista Stefano Sofi ha condiviso un ricordo toccante su Facebook, descrivendo i momenti di adrenalina e competizione che D’Aco e lui condividevano nel cercare di arrivare per primi alle notizie. Un rapporto di rispetto e amicizia che ha oltrepassato il semplice ambito professionale, rendendo D’Aco una persona speciale per molti.
I funerali si terranno mercoledì nella chiesa del cimitero di Zara, a testimonianza del legame che D’Aco ha creato con la comunità locale. Questo evento rappresenta un momento di unione e celebrazione della vita di un uomo che ha dedicato la sua esistenza a documentare la realtà. In questi giorni, i pensieri volano verso la sua famiglia, i suoi amici e tutti coloro che sono stati toccati dalla sua arte e dalla sua umanità. L’eredità di Ettore D’Aco si fonda non solo sui suoi scatti ma anche su ogni fotogramma di vita che ha saputo immortalare con passione e talento.