La scomparsa di Angela Alvarez, la più anziana vincitrice di un Latin Grammy, segna la fine di un capitolo prezioso nella cultura musicale cubana e non solo. Morta a 97 anni negli Stati Uniti, dove era emigrata, la sua vita è stata un viaggio straordinario, segnato da sogni, sfide e una tenace passione per la musica. La notizia è stata comunicata dal nipote Carlos José Alvarez, un musicista che ha giocato un ruolo cruciale nel portare alla luce il talento di Angela, culminato nel suo primo e unico album, pubblicato nel 2021.
Crescita in una Cuba che cambiava
Angela aveva dato inizio alla sua vita musicale a Cuba, dove a soli 14 anni aveva composto la sua prima canzone. Originaria di una famiglia benestante, era cresciuta in un ambiente fertile per la sua creatività. Il suono del pianoforte e della chitarra le accompagnava le giornate, alimentando un sogno che avrebbe dovuto confrontarsi con le dure realtà della vita. Sebbene il suo talento fosse riconosciuto, il padre si oppose al suo desiderio di intraprendere una carriera musicale, dicendole: “Canterai per la famiglia, non per il mondo.”
Questa frase, segno di amore ma anche di un pesante vincolo, segnò profondamente Angela. A 19 anni si sposò con Orlando e iniziò a costruire una famiglia, dando alla luce quattro figli. Tuttavia, la rivoluzione di Fidel Castro nel 1959 segnò l’inizio di un cambiamento drammatico e doloroso per la vita di Angela e della sua famiglia. Le libertà di cui godeva in precedenza, comprese quelle artistiche, vennero annullate, costringendo gli Alvarez a prendere una difficile decisione.
La fuga e la nuova vita negli Stati Uniti
Nel 1962, Angela e Orlando decisero di lasciare Cuba in cerca di maggiore libertà e opportunità. La fuga si rivelò un’avventura complessa, poiché non potevano portare i loro figli con sé. La prima parte della fuga avvenne con i bambini che rimasero sull’isola, mentre Angela e Orlando si trasferirono negli Stati Uniti. Solo dopo due anni, riuscirono a riunirsi con i bambini, e quattro anni più tardi, anche il padre si ricongiunse alla famiglia.
Questo lungo processo di migrazione fu foriero di sfide economiche. Angela trovò lavoro come donna delle pulizie in una banca del Colorado, un ruolo che le permise di mantenere la sua famiglia, ma che al tempo stesso le sottrasse il tempo prezioso per la musica. Nonostante ciò, riusciva sempre a comporre canzoni, un vero e proprio diario musicale, da condividere solo con i suoi cari, come le aveva promesso al padre.
Un nuovo inizio e la riscoperta del talento
L’incontro fatale con la musica avvenne grazie al nipote Carlos José Alvarez, che, crescendo sotto l’influenza della nonna, si sentì ispirato a rendere giustizia al suo talento. Decise di registrare le canzoni di Angela, proponendo un tributo non solo alla sua creatività, ma anche all’eredità culturale cubana. Questo progetto culminò nell’uscita del suo primo album nel 2021, un’opera contenente 15 brani che evocano il senso di nostalgia tipico della sua amata Havana. Grazie a quest’album, Angela ricevette il meritato riconoscimento e divenne la più anziana artista a vincere un Latin Grammy, catalizzando l’attenzione su una carriera che, sebbene tardiva, brillava di intensità e passione.
Angela ricevette anche il supporto di figure note nel mondo dello spettacolo, come l’attore Andy Garcia, che si prestò a narrare un documentario sulla sua straordinaria vita intitolato “Miss Angela”. Questo progetto non solo celebrò la sua musica, ma raccontò anche una storia di resilienza, famiglia e cultura, portando alla luce la figura di una donna che, nonostante le avversità, non ha mai smesso di sognare e combattere per il proprio posto nel mondo dell’arte.
La scomparsa di Angela Alvarez segna la perdita di una voce unica e di una destinazione musicale, ma il suo lascito continuerà a vivere attraverso le sue canzoni e le storie che ha condiviso con generazioni.