Aggressione a Castellammare di Stabia: docente di sostegno picchiata da 30 genitori

Un episodio di violenza senza precedenti ha colpito la comunità scolastica di Castellammare di Stabia. Una docente di sostegno di 37 anni è stata aggredita nella scuola media Salvati, da un gruppo di circa 30 genitori e familiari di studenti, in un clima di indignazione che ha spinto le autorità a un’immediata indagine ministeriale. La situazione, già complessa, si è aggravata a causa di accuse infondate diffuse tramite i social media, dando vita a una furia collettiva di difficile gestione.

L’aggressione nella scuola media Salvati

L’incidente è avvenuto giovedì mattina e ha avuto come teatro la scuola media Salvati, situata nel centro di Scanzano. La docente, impegnata nella sua professione di sostegno, ha subito un’aggressione fisica da parte di un gruppo di genitori, scatenata da accuse ritenute infondate. I partecipanti all’aggressione, oltre a dirigere la loro ira contro l’insegnante, hanno anche provocato ferite al padre della donna, intervenuto per difenderla e rimasto con un trauma cranico e un polso fratturato.

La situazione si è aggravata in un contesto di emotività alimentata dai social media, dove post e commenti virali hanno contribuito a generare un clima ostile verso la docente. Nonostante le affermazioni sui presunti comportamenti inappropriati, nessuna prova è emersa a sostegno di tali accuse, né nelle indagini preliminari né nelle denunce presentate ufficialmente. L’episodio ha portato la comunità a riflettere su come la diffusione di notizie errate possa condurre a gravi conseguenze.

L’atteggiamento calmo e professionale della preside, Donatella Ambrosio, non è riuscito a placare gli animi dei genitori, che hanno ignorato i suoi appelli a mantenere la calma.

Ispezione ministeriale e reazioni istituzionali

La scena di violenza ha richiamato l’attenzione delle autorità locali e nazionali. Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione, ha condannato fermamente l’accaduto, descrivendo la situazione come un “imbarbarimento sociale”. In risposta all’episodio, è stata disposta un’ispezione ministeriale per chiarire i dettagli dell’aggressione e rivedere le dinamiche all’interno dell’istituto scolastico.

La scuola Salvati, in precedenza lodata per le sue eccellenti pratiche educative, si trova ora al centro di una crisi che sta alimentando una forte preoccupazione nella comunità. Gli investigatori stanno esaminando la connessione tra l’episodio di aggressione e la sospensione di un’alunno, coinvolto in un atteggiamento scorretto, che aveva portato alla scoperta di comportamenti inadeguati durante le lezioni. Questo evento, insieme ad altre minacce già ricevute dalla docente, ha contribuito a creare un’atmosfera tesa all’interno della scuola.

La sicurezza degli studenti e il rientro a scuola

Nonostante l’accaduto, la preside ha garantito che l’istituto non chiuderà, mantenendo un approccio netto nella volontà di sostenere gli studenti e il personale. Tuttavia, per garantire la sicurezza del corpo docente e degli alunni, l’accesso alla scuola è stato riorganizzato, ora caratterizzato dalla presenza delle forze dell’ordine.

Gli studenti arrivano a scuola scortati dai genitori e i carabinieri sono stati dislocati nell’area per monitorare la situazione. Le precauzioni sono state instaurate per proteggere gli alunni dal rischio di interazioni indesiderate con la stampa e per preservare la loro privacy. Le autorità stanno ora indagando sulle dinamiche precise che hanno portato a tale aggressione, sequestrando dispositivi elettronici ai partecipanti al confronto violento, nella speranza di estrapolare prove che possano chiarire i motivi dietro l’episodio.

L’agenzia investigativa locale, coordinata dalla Procura di Torre Annunziata, prosegue le indagini con l’obiettivo di ricostruire i fatti e determinare le responsabilità. La violenza di questo tipo solleva interrogativi sui meccanismi di gestione delle controversie nel contesto scolastico e sull’impatto che ha sulla comunità educativa.

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Filippo Grimaldi