Un nuovo e inquietante episodio di violenza ha scosso Largo San Giovanni Maggiore Pignatelli, nei pressi dell’Università L’Orientale. Questa volta, la vittima è stata il titolare di un noto bar, Fabrizio Caliendo, aggredito brutalmente con una mazza da baseball. L’episodio, accaduto intorno alle 12.30, ha attirato l’attenzione dei passanti e ha sollevato preoccupazioni sul crescente degrado della zona, già segnata da vari eventi violenti.
L’aggressione è avvenuta in pieno giorno. L’assalitore, sceso da un motorino, ha inferto colpi al titolare del Kestè, uno dei locali storici della zona. Fortunatamente, due passanti si sono immediatamente accorti della situazione e hanno intervenuto. La loro reazione tempestiva ha permesso di disarmare e neutralizzare l’aggressore, salvandolo, seppur in modo violento, da un possibile linciaggio.
Fabrizio Caliendo ha sottolineato il clima di terrore che si respira nel quartiere. Oltre a descrivere l’orribile aggressione, ha dichiarato che l’assalitore, già allontanato in precedenza per il suo comportamento molesto, è riuscito a dileguarsi “zoppicante e sanguinante”. È evidente che questo episodio non è isolato, ma si inserisce in un contesto di crescente insicurezza e violenza a Largo San Giovanni Maggiore Pignatelli.
La recentissima violenza è solo l’ultimo di una serie di eventi tragici che hanno colpito quest’area storica. Solo pochi giorni fa, un ragazzo è stato immortalato mentre abbattía un cedro libanese, simbolo della piazza, sostituito in precedenza per motivi di sicurezza. Questo atto di vandalismo si aggiunge a una lunga lista di problemi, tra cui sparatorie e accoltellamenti avvenuti in prossimità dei banchi nuovi e in via De Marinis.
La realtà di Largo San Giovanni Maggiore Pignatelli è complessa. Il quartiere, pur essendo parte dell’Area UNESCO e godendo di una certa attrattiva turistica, è in balia di una violenza che contrasta nettamente con l’immagine promossa dalle istituzioni locali. Fabrizio Caliendo ha denunciato come la vita quotidiana per chi risiede nella zona sia spesso collocata all’ombra di “furiosi, violenti, gente fuori di testa, di giorno come di notte”. È un appello disperato per un cambio di rotta, seguito da esortazioni al miglioramento della sicurezza e alla creazione di spazi vivi e vibranti per la comunità.
Caliendo non ha intenzione di rimanere in silenzio. Ha fatto sapere di aver contattato il sindaco, gli assessori competenti e il presidente della municipalità, riportando loro la situazione e le sue preoccupazioni. Tuttavia, sembra che le sue lettere siano rimaste senza risposta. La sua frustrazione per la mancanza di attenzione e azione concreta da parte delle autorità è palpabile.
Inoltre, ha dichiarato che hanno avanzato proposte di riqualificazione per la zona, ma invano, lamentando che il valore del territorio non viene riconosciuto. L’imprenditore, impegnato attivamente da anni nel rilancio del Centro Storico, si sente trascurato e scoraggiato dai continui episodi di violenza, ribadendo che sebbene sia testimone di giustizia ed attivista civico, la sua voce non ottiene mai il giusto peso nelle decisioni che riguardano la comunità.
Fabrizio Caliendo solleva una questione cruciale: “Servirebbe più amore e più eventi in zona, per creare spazi sicuri e protagonisti attivi dei ragazzi”. È un appello per una nuova strategia di intervento che non si limiti a slogan vuoti, ma che porti a interventi reali e costruttivi per il quartiere.