L’aggressione al Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università Federico II ha scosso l’intera comunità accademica, creando un clima di tensione che si riflette dentro e fuori le aule. Il grave episodio, avvenuto il giorno precedente, ha coinvolto tre persone: la direttrice del pronto soccorso veterinario, una guardia giurata e un borsista, tutti refertati con una prognosi di sette giorni a causa delle ferite subite. Le dinamiche dell’incidente e le sue conseguenze sono diventate oggetto di dibattito e preoccupazione, alimentando polemiche e timori tra gli studenti e il personale.
Già dalle prime ore successive all’aggressione, è emerso un clima di ansia tra gli studenti. Aniello Anastasio, direttore del Dipartimento di Medicina Veterinaria, ha confermato che gli studenti si sentono turbati e scoraggiati. Un testimone diretto, Giovanni Paolo, ha riportato una preoccupante testimonianza: “Una nostra collega è stata riconosciuta per strada dalla felpa con il logo della facoltà e le hanno urlato assassina.” Questo dimostra non solo la fragilità della situazione, ma anche come il tumulto generato dall’episodio abbia riverberato al di fuori delle mura della struttura accademica, contribuendo a creare un ambiente ostile.
Nelle discussioni tra i ragazzi, è emerso il timore di ulteriori atti di violenza. Alcuni studenti evidenziano che, nonostante la fiducia riposta nella gestione del Dipartimento, la paura di ritrovarsi coinvolti in situazioni simili provoca un forte disagio. La violenza, in questo caso mirata a un’istituzione educativa e il suo personale, è un fenomeno che non dovrebbe trovare spazio nei contesti universitari.
L’episodio in questione ha assunto rapidamente connotazioni nazionali, specialmente dopo che i video dell’aggressione hanno cominciato a circolare sui social media. A scatenare l’irruzione è stata la morte di un cane, un animale anziano con gravi problemi di salute. Un gruppo di individui, visibilmente arrabbiati, si è presentato nei locali del Dipartimento per ottenere spiegazioni riguardo la gestione del caso. Le prime interazioni, inizialmente verbali, si sono trasformate in un assalto fisico, culminato con schiaffi e spintoni.
A seguito dell’aggressione, quattro persone sono state arrestate dalle forze dell’ordine. Anastasio ha fornito ulteriori dettagli sulla situazione, sottolineando come la guardia giurata abbia subito un trauma cranico e sia stata sottoposta a una TAC. Le analisi effettuate sul cane deceduto sono state condivise con i carabinieri, nel tentativo di chiarire eventuali responsabilità. L’amministrazione del Dipartimento ha ribadito l’amore e la dedizione degli operatori, che svolgono la loro professione con passione, ricevendo in cambio compensi modesti.
In risposta agli eventi recenti, il Dipartimento di Medicina Veterinaria ha deciso di mantenere aperte le attività didattiche e cliniche, ma ha chiuso temporaneamente il pronto soccorso notturno per un periodo di 48 ore. La decisione è stata presa nell’ottica di garantire una maggiore sicurezza agli studenti e al personale coinvolto. La preoccupazione per possibili ritorsioni o altri eventi di violenza continua a pesare sull’atmosfera generale del Dipartimento.
Anastasio ha dichiarato che nonostante le difficoltà, il servizio clinico veterinario continua a operare regolarmente, portando a termine un alto numero di visite e interventi con una percentuale di successo del 90%. Tuttavia, la consapevolezza che a volte i risultati peut être infausti crea un conflitto morale tra gli operatori, che si sentono costantemente sotto pressione. Gli studenti, da parte loro, attendono ulteriori comunicazioni dalla direzione per essere rassicurati su misure precauzionali e sulla gestione della sicurezza in futuro.