Un episodio di violenza ha scosso l’Università di Napoli Federico II. Venerdì sera, durante la trasmissione Striscia La Notizia, condotta da Luca Abete, è emersa la drammatica aggressione avvenuta presso il dipartimento di Veterinaria lo scorso 21 ottobre. La situazione è diventata ancora più inquietante quando sono stati rivelati i dettagli di una presunta spedizione punitiva che ha avuto luogo in diretta social, legata alla tragedia della morte di un cane ricoverato nell’ospedale veterinario.
L’aggressione e i retroscena
L’episodio ha visto protagonista Monica Isabella Cutrignelli, direttrice sanitaria dell’ospedale veterinario Federico II, che ha raccontato le sue esperienze traumatiche a Luca Abete. Secondo il racconto della Cutrignelli, l’aggressione è avvenuta in un clima di tensione palpabile. “Mi hanno spinta fino al muro e aggredita,” ha dichiarato, evidenziando il senso di paura che ha accompagnato quel terribile momento.
Il cane in questione era stato ricoverato fino al 16 ottobre e mostrava segni di miglioramento. Tuttavia, nonostante il parere negativo del personale medico, i proprietari hanno scelto di dimetterlo. Da quel momento, l’ospedale non ha più avuto notizie del cane. La Cutrignelli ha anche rivelato che la spedizione punitiva sarebbe stata pianificata tramite un evento su Facebook, alimentando così un clima di odio e ritorsione nei confronti del personale veterinario.
Questi dettagli sono diventati noti a causa della diffusione in tempo reale delle informazioni sui social media, un fenomeno che ha amplificato la portata dell’evento e posto interrogativi sull’uso delle piattaforme digitali come strumenti di mobilitazione per atti di violenza.
Le dichiarazioni dei coinvolti
Luca Abete ha poi raccolto la versione di alcuni dei presunti aggressori. “Le guardie mi stavano spingendo fuori. In un attimo mi sono trovata un cazzotto in faccia e da lì mi sono scatenata. Se ci avessero dato la cartella clinica del cane, saremmo andati via subito,” ha raccontato uno dei partecipanti all’aggressione, sostenendo di essersi sentito provocato dal comportamento del personale veterinario. Secondo queste affermazioni, la morte del cane sarebbe stata attribuita direttamente alla responsabilità dell’ospedale.
Questi eventi, al di là delle contingenze specifiche, sollevano importanti questioni sulla comunicazione tra veterinari e proprietari degli animali e su come le emozioni possano sfociare in reazioni violente quando una vita, quella di un animale domestico, viene messa in discussione.
La risposta ufficiale dell’accademia
A seguito di quanto accaduto, Aniello Anastasio, dirigente del dipartimento di medicina veterinaria, ha ritenuto necessario intervenire per difendere il personale coinvolto. “Mi sento di escludere qualsiasi responsabilità delle persone coinvolte,” ha affermato, chiarendo che la cartella clinica del cane è stata consegnata ai proprietari solo un’ora dopo l’episodio, evidenziando un comportamento professionale nel rispetto delle procedure.
Anastasio ha anche rivelato che il documento è stato fornito in formato cartaceo il giorno successivo, tentando così di dimostrare la trasparenza e la correttezza della condotta del servizio veterinario. Le sue dichiarazioni mirano a placare le polemiche e a sottolineare l’impegno dei medici nel fornire le migliori cure possibili agli animali.
La questione solleva anche più ampi interrogativi sulla gestione della comunicazione in situazioni delicate e sulla capacità dei professionisti di mediare tra l’urgenza della cura e le aspettative emotive dei proprietari. L’accaduto non solo mette in luce le sfide della professione veterinaria, ma sottolinea anche la necessità di una maggiore educazione su come affrontare la perdita di un animale domestico e sull’importanza di una comunicazione chiara tra medici e proprietari.