Aggressioni all’ospedale veterinario di Napoli: testimonianza della prof.ssa Cutrignelli sui fatti

Nella mattinata di oggi, l’ospedale veterinario della Federico II di Napoli è stato teatro di un’aggressione ai danni di docenti e medici. La professoressa Monica Isabella Cutrignelli, ferita nell’incidente, ha raccontato a Fanpage.it la drammatica esperienza vissuta dai professionisti della salute animale e il clima di tensione crescente nei confronti del personale sanitario.

L’episodio che ha scatenato l’aggressione

Durante un acceso confronto, la professoressa Cutrignelli ha spiegato le circostanze che hanno portato all’aggressione. Secondo quanto ricostruito, un cane, precedentemente ricoverato in gravissime condizioni, è stato dimesso contro il parere dei medici e successivamente è deceduto. Un gruppo di presunti membri di un’associazione animalista, che evidentemente si sentiva coinvolto nella questione, ha considerato i medici responsabili della morte dell’animale. Tale avvenimento ha innescato un clima di violenza e intimidazione.

La professoressa ha descritto il cane arrivato il 9 del mese corrente, segnalando che nonostante l’intervento della struttura, la situazione si era complicata. La triste conclusione del caso degli animali ha generato un’errata percezione di colpevolezza nei confronti del personale veterinario da parte di queste persone, portandole a un comportamento aggressivo. L’intenzione del gruppo era, infatti, quella di giustificare l’atto violento come una reazione a una presunta negligenza, rendendo il contesto ancora più drammatico.

La dinamica dell’aggressione

La professoressa Cutrignelli ha descritto i momenti di concitazione e paura vissuti durante l’assalto. Nonostante un tentativo di dialogo e di calmare gli animi, i membri dell’associazione hanno risposto con aggressività, utilizzando anche oggetti come armi improvisate. L’insolita escalation di violenza è stata immediata e inaspettata; la Cutrignelli ha rivelato che l’accaduto ha violato un confine etico e professionale che fino a quel momento era stato rispettato.

La situazione è degenerata al punto che i medici si sono ritrovati a fronteggiare una vera e propria aggressione fisica. Oltre agli insulti e le minacce, i medici sono stati colpiti con una scopa utilizzata per la pulizia. In un contesto professionale dove la comunità veterinaria è abituata a gestire anche situazioni di emergenza, eventi di questo tipo gettano un’ombra preoccupante sul loro operato e sulla sicurezza all’interno delle strutture sanitarie. A rendere ancor più inquietante la scena, un membro del gruppo aggressore ha persino iniziato a registrare l’accaduto, accentuando il clima di aggressione e esposizione mediatica.

Le conseguenze dell’accaduto e la denuncia

Dopo l’aggressione, la professoressa e altri quattro colleghi hanno deciso di recarsi all’ospedale Pellegrini di Napoli per ricevere un referto medico, in cui attestare le contusioni subite. È un passo importante per documentare quanto accaduto e avviare un’azione legale. Inoltre, i carabinieri, avvertiti per l’accaduto, sono intervenuti sul posto e hanno ascoltato la testimonianza della professoressa e degli altri medici coinvolti nel vile episodio.

L’incontro con le forze dell’ordine ha rappresentato un momento di contrasto a questa cultura di violenza che si sta diffondendo anche nel settore veterinario. I medici dell’ospedale veterinario di Napoli hanno espresso la loro determinazione nel non lasciarsi intimidire da simili episodi, pur essendo consapevoli che situazioni di questo genere sono sempre più frequenti. In un’atmosfera di crescente tensione, i professionisti della salute animale vogliono rivendicare il loro diritto a lavorare in sicurezza e senza subire aggressioni che non solo violano la finalità del loro lavoro, ma mettono in pericolo anche la loro integrità fisica e psicologica.

L’accaduto solleva interrogativi riguardo il rispetto e la sicurezza del personale nei settori della salute, evidenziando la necessità di sensibilizzazione e tutela per i medici come per quei pazienti che, purtroppo, non possono difendersi.

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Redazione