La situazione della sicurezza negli ospedali di Napoli è allarmante, con un totale di 63 episodi di violenza documentati dall’inizio dell’anno nelle ASL Napoli 1 e 2. Un contesto preoccupante che ha portato l’associazione Nessuno tocchi Ippocrate a lanciare l’allerta in seguito a due recenti aggressioni verificatesi presso l’ospedale Pellegrini. Questi eventi evidenziano la crescente tensione all’interno dei reparti ospedalieri e la necessità di interventi per garantire la sicurezza di pazienti e operatori sanitari.
Il quadro della violenza sanitaria a Napoli
Dall’inizio dell’anno, la situazione nei pronto soccorso delle ASL Napoli 1 e 2 è stata caratterizzata da un aumento esponenziale degli episodi di aggressione. L’associazione Nessuno tocchi Ippocrate ha riportato che il recente doppio episodio all’ospedale Pellegrini rappresenta il quarantacinquesimo caso solo per l’ASL Napoli 1 nel 2024. Emerge, pertanto, un quadro inquietante, in cui gli operatori sanitari si trovano sempre più spesso a dover fare i conti con comportamenti aggressivi da parte dei pazienti o dei loro familiari.
Le aggressioni non si limitano a mugugni o proteste. Le cronache riferiscono di episodi in cui i medici e gli infermieri sono stati oggetto di violenza fisica. Il recente caso all’ospedale Pellegrini, nel quale un medico è stato costretto a prendersi sette giorni di malattia a causa di una lesione procurata da un separé scagliato dal marito di una paziente, testimonia la gravità della cosa. In questo contesto, il protocollo di sicurezza degli ospedali deve essere riconsiderato e potenziato per garantire un ambiente di lavoro più sicuro.
Sono anche evidenti le ripercussioni di queste aggressioni sulla qualità dell’assistenza sanitaria. Quando un medico o un’infermiera è costretto ad abbandonare temporaneamente il suo posto di lavoro a causa di un episodio violento, la qualità del servizio offerta ai pazienti ne risente direttamente.
Reazioni istituzionali e necessità di un intervento
L’onda lunga degli eventi violenti ha sollevato preoccupazioni tra le istituzioni locali e sanitarie, che hanno il dovere di proteggere non solo i pazienti ma anche il personale sanitario, un elemento cruciale del sistema sanitario. Le aggressioni negli ospedali non sono solo un problema da risolvere, ma una crisi che richiede l’attenzione immediata di tutti gli attori coinvolti.
In risposta a questa escalation di violenza, si stanno valutando misure di sicurezza più rigorose nei pronto soccorso e in altri reparti critici. La presenza della polizia, già attiva all’interno delle strutture sanitarie, è un passo nella direzione giusta, ma la vera sfida è implementare una cultura di rispetto nei confronti di chi lavora in prima linea nella salute pubblica.
Alcune iniziative potrebbero includere formazione specifica per il personale sanitario su come gestire situazioni di crisi, oltre alla collaborazione con le forze dell’ordine per garantire un intervento rapido ed efficace quando si verificano episodi violenti. La sanità napoletana deve riportare il focus sulla sicurezza, garantendo che operatori e pazienti possano interagire in un ambiente protetto e sereno.
Una situazione che richiede attenzione e sensibilizzazione
L’associazione Nessuno tocchi Ippocrate sta facendo appello alla comunità per sensibilizzare sul tema della violenza in ambito sanitario. È fondamentale che la collettività prenda atto della gravità del fenomeno e si impegni a contrastarlo. Perché la medicina e l’assistenza sanitaria dovrebbero basarsi su principi di tutela e rispetto, non sull’aggressione e la paura.
La violenza in ospedale non è solo un problema di Napoli, ma un fenomeno che si sta diffondendo in diverse altre realtà . Attraverso il dialogo e la collaborazione tra le istituzioni, il personale e la società civile, è possibile lavorare verso la costruzione di un ambiente più sicuro per tutti. Se si desidera fare dei progressi, è necessario affrontare questo tema con serietà e urgenza.