La situazione delle aggressioni nel settore sanitario a Napoli sta assumendo contorni allarmanti. Gli episodi di violenza nei confronti di medici e infermieri sono aumentati, sollevando interrogativi sulla sicurezza negli ospedali e sul rispetto delle figure professionali in prima linea. Solo di recente, un’infermiera dell’Ospedale San Paolo è stata aggredita da un gruppo di persone in preda a un furioso stato d’agitazione. La denuncia arriva da “Nessuno Tocchi Ippocrate“, un’associazione che si occupa della tutela dei professionisti sanitari. Le statistiche scioccanti mettono in evidenza che il fenomeno non è affatto isolato, e la comunità sanitaria è in allerta.
La serata di ieri ha visto un nuovo episodio di violenza. Era circa le 23.30 quando al Pronto Soccorso dell’Ospedale San Paolo, un paziente, dopo aver assunto sostanze stupefacenti, è stato trasportato lì dal 118. Al suo seguito, alcuni parenti hanno iniziato a credere erroneamente che l’infermiera di triage stesse filmando la scena con il cellulare. Da quel momento è scoppiato il finimondo: minacce di morte e vandalismo nelle strutture circostanti. I carabinieri intervengono immediatamente per svolgere i dovuti accertamenti. Dopo aver interrogato i coinvolti, risulta chiaro che l’infermiera non stava registrando alcun video, ma l’atmosfera di tensione ingenerata ha portato all’ennesimo atto di violenza. Questo rappresenta solo l’ultimo episodio in un periodo da incubo per il personale sanitario, costretto a fronteggiare situazioni di pericolo.
Secondo quanto riportato da “Nessuno Tocchi Ippocrate“, l’anno è iniziato con preoccupanti statistiche. Solo nell’ultima settimana, si registrano ben 52 aggressioni, un numero che rende evidente la gravità del problema. Rispetto agli anni precedenti, si osserva una certa stabilizzazione, ma non per questo meno allarmante. Nel 2019, Napoli aveva raggiunto un picco con 105 aggressioni in un anno, mentre nel 2020, durante l’emergenza Covid-19, il numero si era attestato a 54. L’anno successivo le cose sono peggiorate, con 66 aggressioni, mentre nel 2022 si è arrivate a 68. La situazione è una chiara chiamata all’azione per le autorità locali e per le istituzioni sanitarie. Stando ai dati, è evidente che il personale sanitario, già sotto pressione, rischia di essere esposto a ulteriori situazioni sfavorevoli, abbattendo quel livello di servizio che la comunità si aspetta da un sistema sanitario pubblico efficiente.
Le esperienze di chi lavora sul campo sono emblematiche. Un medico di base con 24 anni di esperienza nelle ambulanze ha deciso di abbandonare i soccorso a causa di reiterate aggressioni. Racconta di un incidente in particolare, quando un parcheggiatore abusivo, al termine di una discussione, ha reagito violentemente contro di lui. Queste non sono esperienze isolate; insulti e minacce sono all’ordine del giorno per medici e infermieri. La paura di trovarsi in una situazione difficile mentre si cerca di salvare una vita è palpabile.
La scarsità di personale si traduce in ambulanze sottodimensionate, con solo cinque medici a bordo nel territorio di Napoli. In situazioni di emergenza, capita frequentemente che gli infermieri si sentano costretti a trasportare anche pazienti non in ospedale, ma che potrebbero ricevere cure a casa, essendo ciò dovuto sia a richieste inappropriate da parte dei cittadini che alla mancanza di risorse. Una telefonata viene spesso fatta da persone che descrivono sintomi esagerati per ottenere il servizio di ambulanze; ciò influisce ulteriormente sull’efficienza dei soccorsi e sull’umore del personale.
Nel contesto attuale, la mancanza di fiducia nella medicina territoriale e le liste di attesa interminabili aggiungono carburante al fuoco. La conseguente pressione sul sistema porta a una dinamica iniqua, dove i professionisti si sentono sempre più sotto attacco.
Napoli affronta quindi una sfida su più fronti: garantire la sicurezza del personale sanitario e ripristinare un clima di rispetto attorno a chi lavora per la salute pubblica è diventato fondamentale per il futuro dell’intero sistema sanitario.