Al via il processo contro i vertici delle curve di San Siro: accuse gravi e risvolti inquietanti

Il 4 marzo prossimo, nell’aula bunker di fronte al carcere di San Vittore a Milano, si aprirà il processo abbreviato che vedrà imputati i leader delle curve di San Siro. L’inchiesta, che ha portato agli arresti di alcuni esponenti di spicco negli ultrà delle due principali squadre milanesi, è frutto di un’operazione condotta dalla polizia e dalla guardia di finanza, sotto la direzione dei pubblici ministeri Paolo Storari e Sara Ombra. La questione è complessa e carica di implicazioni legali e sociali.

I protagonisti del processo: volti noti degli ultrà

Tra gli imputati figurano nomi noti del tifo milanese: Marco Ferdico e Andrea Beretta per la curva Nord interista e Luca Lucci per la curva Sud milanista. L’operazione, che ha avuto luogo il 30 settembre scorso, ha portato all’arresto di un gruppo di 19 persone, ma soltanto 16 di esse saranno giudicate nel corso del processo abbreviato. Tre di loro hanno scelto il rito ordinario, rifiutando l’abbreviato. Questi includono Christian Rosiello, un ultrà rossonero ma anche ex bodyguard del rapper Fedez, Riccardo Bonissi, e Francesco Lucci, fratello di un altro noto capo ultrà.

La posizione degli imputati è complicata. Le accuse principali vertono su violenze e traffico di affari illeciti legati ai gruppi ultrà. Non si tratta solo di violenze gratuite, ma di un sistema organizzato di delinquenza, intercettato dalle forze dell’ordine. Le violenze dei gruppi sono descritte come parte di un’operazione di controllo del territorio e di estorsione, con un’accusa aggiuntiva di connotazione mafiosa rivolta ai membri della curva Nerazzurra.

Le indagini rivelano affari loschi e un omicidio irrisolto

Come già accennato, il programma delle indagini ha portato alla luce attività illecite collegate a diversi reati, comprese aggressioni e estorsioni. Un elemento importante è la testimonianza di Andrea Beretta, che ha iniziato a collaborare con la magistratura. Le sue rivelazioni potrebbero portare a un’importante ricostruzione degli affari e delle dinamiche interne alla curva, oltre a svelare il mistero dietro l’omicidio del capo ultrà Vittorio Boiocchi, avvenuto nel 2022.

Beretta stesso era già stato arrestato a settembre in relazione all’omicidio di Antonio Bellocco, un esponente della ‘ndrangheta, anche lui parte della curva Nord. Questi intrecci tra tifo e criminalità organizzata pongono interrogativi inquietanti sull’ambiente delle curve e sulle sue interazioni con il crimine organizzato.

Le accuse nei confronti dei coinvolti e la difesa

Tra i 16 imputati del processo abbreviato si trova anche Gherardo Zaccagni, accusato di fabbricazione di documenti falsi e accesso abusivo a sistemi informatici. Zaccagni gestisce parcheggi nei pressi dello stadio e il suo avvocato, Vinicio Nardo, difende la sua posizione sottolineando come Zaccagni non sia implicato nei reati di organizzazione criminale legati alla curva. In effetti, è stato identificato come possibile vittima di estorsione e potrebbe decidere di costituirsi parte civile.

La lotta tra organi istituzionali e gruppi ultrà non è una novità. Il panorama attuale riflette le problematiche radicate nel tifo calcistico italiano, dove talvolta il confine tra sport e criminalità si fa labile. La mole di materiale raccolta dalla polizia e le testimonianze di chi si dissocia da queste dinamiche ci aiutano a comprendere la portata di questa vicenda, che ha catturato l’attenzione dell’opinione pubblica e sollevato interrogativi sulla sicurezza negli eventi sportivi. La prosecuzione di questo processo promette di rivelare ulteriori dettagli e di apportare chiarimenti su un fenomeno che ormai coinvolge l’intera società.

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Filippo Grimaldi