L’arrivo della nuova serie ‘Uonderbois’ su Disney+ rappresenta un evento significativo per il panorama delle produzioni italiane. Realizzata a Napoli, questa serie riesce a intrecciare le leggende locali con la freschezza e l’immaginazione dei giovani protagonisti. I registi Andrea De Sica e Giorgio Romano, insieme ai creatori Barbara Petronio e Gabriele Galli, presentano ‘Uonderbois’ come un’opera che viaggia tra fantasy e realtà, richiamando alla mente titoli celebri come ‘I Goonies’ e ‘Stranger Things’. Con la presenza di brani inediti di artisti come Geolier, la serie si svela come un’affascinante avventura pensata per un pubblico giovane ma in grado di catturare anche gli adulti.
Nel cuore pulsante di Napoli, cinque ragazzi di dodici anni si uniscono nell’avventura di ‘Uonderbois’. La loro immaginazione vivida è alimentata dalla convinzione che in città esista un mito, Uonderboi: un personaggio che è un misto tra il famoso Munaciello e il moderno Robin Hood. Gli amici si trovano in difficoltà quando La Vecchia, interpretata da Serena Rossi, decide di vendere le loro abitazioni a fronte di una controversa statuetta di Maradona, simbolo di grande importanza per la cultura napoletana.
Questa crisi costringe i ragazzi a mettersi in cerca di un tesoro misterioso nascosto nella Napoli sotterranea. L’avventura è alimentata dalla conoscenza dei segreti della loro città e dalla sensazione che ogni leggenda possa nascondere una parte di verità. Gli autori si propongono di esplorare il delicato equilibrio tra realismo e elementi fantastici che da sempre caratterizza la cultura partenopea. Entrando nel vivo della storia, gli spettatori vengono guidati in un viaggio emozionante che celebra non solo l’amicizia, ma anche le tradizioni e le storie che rendono Napoli unica.
Un aspetto fondamentale di ‘Uonderbois’ è la scelta delle location, che non sono semplicemente sfondi per la narrazione, ma veri e propri personaggi all’interno della storia. I registi hanno deciso di utilizzare luoghi autentici di Napoli, spaziando da Posillipo a Forcella fino alla Sanità. Questa scelta non solo rende omaggio alla città, ma consente anche agli spettatori di riconoscere la familiarità di quei luoghi. Andrea De Sica e Giorgio Romano hanno sottolineato come la realtà napoletana venga rappresentata in modo crudo, lontano dalle classiche cartoline turistiche.
“La maggior parte delle location che abbiamo usato sono vere, la gente può andare a vederle”, afferma Romano, mentre De Sica avverte: “Non aspettatevi una visione da cartolina di Napoli”. Entrambi i registi enfatizzano l’importanza dell’elemento locale, ritenendolo un valore aggiunto che arricchisce la narrazione e la rende altamente identificabile per il pubblico. La serie si propone di mescolare la modernità e le tradizioni, portando sullo schermo una Napoli che trasmette non solo storia ma anche le emozioni e le sfide del presente.
Barbara Petronio, una delle menti creative dietro ‘Uonderbois’, ha descritto la serie come “la nostra lettera d’amore alla fantasia”. Cresciuta con storie che richiamano avventure come quelle di ‘I Goonies’ e ‘Indiana Jones’, Petronio ha incoraggiato i creatori a trarre ispirazione dalla loro immaginazione e dall’esplorazione della propria città. Con l’intento di smuovere la fantasia dei giovani spettatori, spera che ‘Uonderbois’ possa diventare un punto di riferimento per la narrazione contemporanea italiana e stimolare la creatività delle nuove generazioni.
Per Gabriele Galli, l’obiettivo è quello di portare sul piccolo schermo un prodotto che possa stimolare la curiosità e le emozioni. Riferendosi a opere iconiche, Galli esprime la speranza che ‘Uonderbois’ possa aprire la strada a nuove produzioni italiane che valorizzino l’immaginazione e la narrazione. Questo spirito di innovazione e l’amore per Napoli si riflettono in ogni episodio della serie, riuscendo così a coniugare realtà e fantasia in un modo straordinario.
‘Uonderbois’ si presenta quindi come un viaggio incantevole che non solo esplora la cultura partenopea ma celebra anche il potere dell’immaginazione, confermando la sua importanza nell’educazione e nella crescita dei giovani.