Alessandro Haber porta in scena “La coscienza di Zeno” al Teatro Bellini di Napoli

Al Teatro Bellini di Napoli, da stasera e fino a domenica, si respira aria di grande letteratura con l’adattamento teatrale di “La coscienza di Zeno”, un’opera ispirata al romanzo di Italo Svevo. Con la regia di Paolo Valerio e l’interpretazione intensa di Alessandro Haber nei panni di Zeno Cosini, questo spettacolo non è solo una semplice rappresentazione teatrale, ma un viaggio profondo nella psiche umana e nei dilemmi dell’esistenza. Scopriamo insieme le sfide interpretative che il famoso attore ha affrontato e come questo personaggio, emblematico della cultura italiana, viene reinterpretato per il pubblico contemporaneo.

La strana affinità tra Alessandro Haber e Zeno Cosini

Alessandro Haber, noto per la sua versatilità sul palcoscenico, si apre riguardo alle sfide emotive che ha affrontato nell’interpretare Zeno Cosini. La sua premessa risuona con una profonda verità: “La mia psicoanalisi è stare in scena”. Haber descrive il teatro come il suo mondo, la sua dimensione autentica in cui riesce ad estrapolare le migliori sfaccettature della sua personalità. Tuttavia, esternando la sua vulnerabilità, confessa di sentirsi spesso “una persona inadeguata” nella vita quotidiana.

Collegato a questo, la figura di Zeno Cosini con il suo incessante conflitto interiore rappresenta per Haber un riflesso della quotidianità umana. Zeno, che si rivolge al dottor S nella sua battaglia contro la mancanza di sintonia con la realtà, diventa un simbolo di una generazione che combatte contro le proprie insicurezze. Parlando del suo approccio al personaggio, Haber rivela che nella fase iniziale delle prove a Trieste si sentiva perso, addirittura imbarazzato nel dover affrontare un ruolo così complesso.

L’evoluzione del personaggio e l’importanza dell’esperienza personale

Haber riflette su quanto della sua vita personale ha infuso nel personaggio di Zeno. Racconta di una figura di compagno di scuola che incarnava l’archetipo dell’intellettuale arrogante e di un rapporto mai facile con suo padre. Questi elementi biografici hanno fornito una base per la costruzione del personaggio, rendendolo non solo un ruolo da interpretare, ma un’opportunità per esplorare il proprio passato.

Inoltre, l’allestimento di Paolo Valerio include una novità intrigante: il personaggio di Zeno viene sdoppiato con l’introduzione di un alter ego più giovane. Questo espediente permette a Haber di agire quasi da regista in scena, influenzando la narrazione e inserendo dinamiche che arricchiscono l’intera performance. Questo elemento non solo offre una freschezza nuova, ma rende anche più evidente la lotta interiore di Zeno, accentuando il flusso di pensieri che caratterizza l’opera.

Il flusso di pensiero e la connessione con il pubblico

“La coscienza di Zeno” si distingue per il suo carattere introspectivo e il flusso di pensieri che lo attraversa. Per rappresentare efficacemente questo aspetto, è richiesta una connessione empatica con il pubblico, una sorta di “macchina da presa immaginaria” che consenta di scavare nel profondo dell’animo umano. Haber sottolinea che è fondamentale portare sul palco quel “quid” personale che non può essere appreso in un’aula, ma nasce da esperienze di vita autentiche.

L’immagine di Zeno Cosini diventa quindi un simbolo della fragilità e della complessità dell’essere umano. Non è solo un personaggio, ma una rappresentazione delle varie sfide e oscillazioni che ciascuno di noi affronta nella quotidianità. La capacità di Haber di trasmettere tali emozioni rende questa produzione una delle più attese dell’anno.

Un percorso di resistenza e passione

Negli ultimi anni, Haber ha affrontato non solo la sfida artistica, ma anche una significativa battaglia personale a causa di un intervento chirurgico che lo ha costretto a ricorrere a una sedia a rotelle. Rivelando la sua esperienza, l’attore dichiara di aver dovuto affrontare momenti di profonda riflessione e vulnerabilità. Tuttavia, la passione per il suo lavoro e l’affetto ricevuto dal pubblico gli hanno permesso di rinascere, trovando la forza di ripartire.

Oggi, nonostante le difficoltà fisiche, Haber guarda al futuro con entusiasmo e già pensa a un nuovo progetto, che esplorerà la sua autobiografia. Ispirato da esperienze di vita e figure iconiche come Gigi Bagini, sarà un’opportunità per riflettere su una carriera ricca di sfide e successi, mantenendo sempre presente l’aspetto umano che caratterizza il suo percorso artistico. La sua tenacia e il desiderio di continuare a crescere rappresentano un esempio luminoso nel panorama teatrale italiano.

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Redazione