In provincia di Napoli si registra una situazione allarmante riguardo la frequenza scolastica: circa 800 alunni non hanno mai messo piede a scuola dall’inizio dell’anno. I dati inquietanti parlano di oltre 7.000 studenti con assenze tra il 25% e il 70%, mentre oltre 1.700 superano il 50% di assenze. Questo fenomeno non è solo un problema educativo, ma un serio allerta sociale che coinvolge le istituzioni e le famiglie. La presidente della Corte d’Appello di Napoli, Maria Rosaria Covelli, ha fatto luce su questi dati preoccupanti, sottolineando la necessità di un intervento coordinato contro la dispersione scolastica.
La dispersione scolastica: un fenomeno da contrastare
La dispersione scolastica rappresenta un problema significativo per il territorio napoletano, come evidenziato da Maria Rosaria Covelli durante la presentazione dell’«Ecosistema educativo per l’Area nord». Questo progetto ambizioso ha l’obiettivo di combattere la dispersione e di garantire ai giovani un futuro più sereno e produttivo. Coinvolgendo famiglie e comunità, la Corte d’Appello mira a creare un ambiente favorevole all’istruzione, dove le aspirazioni dei ragazzi possano trovare ascolto e supporto.
Covelli ha espressamente menzionato l’importanza della famiglia nel processo educativo, evidenziando come un nucleo familiare solido possa influenzare positivamente le scelte giovanili. Ha sottolineato la crescente emigrazione della regione, definita la più emigrante d’Italia, e ha invitato le famiglie a impegnarsi attivamente nel miglioramento delle condizioni socio-educative per evitare che i giovani siano costretti a cercare opportunità altrove.
La presidente ha anche richiamato l’attenzione su come i recenti eventi di cronaca, che hanno coinvolto minori, richiedano una risposta pronta e adeguata da parte delle istituzioni. La prevenzione, ha affermato, deve essere il focus principale, e questo richiede uno sforzo collettivo da parte delle autorità, delle scuole e del settore sociale. La formazione rappresenta la chiave per costruire un futuro migliore per i ragazzi, che devono sapere di poter contare su un sistema di supporto che vada oltre la mera repressione.
Il ruolo delle istituzioni e della comunità nell’educazione
Il progetto «Ecosistema educativo» si propone di sviluppare una rete di supporto composta da enti pubblici e privati, per garantire che i giovani possano avere accesso a percorsi formativi adeguati. Il coinvolgimento della comunità è essenziale per creare un cambiamento duraturo. Covelli ha affermato che tutti devono dare il proprio contributo, affinché si possa costruire un sistema educativo solido e inclusivo. I percorsi di orientamento e formazione devono essere resi accessibili a tutti, affinché i giovani possano avviare un cammino verso un futuro lontano dalla devianza e dalla violenza.
In una società in cui i minori spesso si trovano coinvolti in eventi violenti, le testimonianze di chi lavora quotidianamente con queste realtà sono fondamentali. Tale necessità è emersa con forza durante il discorso della presidente, che ha tracciato un quadro chiaro della situazione attuale. Comportamenti violenti tra i giovani, come quelli denunciati da suor Simona Biondin, direttrice dell’istituto Mater Dei, rendono evidente l’urgenza di un intervento su più fronti: educativo, sociale e culturale.
Le testimonianze significative dalle scuole
La testimonianza di suor Simona Biondin offre uno spaccato drammatico della vita di alcuni ragazzi napoletani, che si sentono costretti a difendersi con strumenti di violenza, come coltelli, per fronteggiare i conflitti tra gang rivali. Suor Simona ha descritto il lavoro svolto nella scuola, dove anche l’atto di svegliare i ragazzi la mattina è considerato un gesto d’amore. “Non è un atto violento, è un atto d’amore,” ha affermato, sottolineando l’importanza di un ambiente familiare sano e di una routine quotidiana che includa un momento di affetto e di cura.
La narrazione della suor mette in luce il crollo dei valori e dei riferimenti educativi nella vita dei ragazzi, che sono spinti dalla necessità di affermarsi attraverso la violenza. La crisi delle istituzioni educative e famigliari si riflette nel comportamento dei giovani, i quali sembrano privi di modelli positivi e strategie per affrontare le proprie paure e insicurezze. Sono in molti a pensare che l’unico modo per sopravvivere in un contesto difficile sia armarsi e reagire con la violenza.
Le parole di suor Simona rappresentano un forte appello alla responsabilità collettiva, che si estende oltre la singola istituzione scolastica: è una chiamata a tutte le parti interessate a lavorare insieme per restituire ai giovani quelle opportunità di crescita e sviluppo personale che oggi sembrano sfuggire.