Alvaro Morata, attaccante spagnolo attualmente militante nel Milan, ha rivelato alcuni dei momenti più difficili della sua vita in un’intervista con la radio spagnola Cope. Durante la conversazione, Morata ha parlato della pressione che deriva dalla fama, dei suoi problemi di salute mentale e del supporto ricevuto dai suoi cari e dai colleghi di professione. Queste rivelazioni evidenziano la fragile realtà che molti sportivi affrontano dietro la facciata di successo.
Morata ha esplicitamente condiviso come, nonostante la sua carriera lucente, ha dovuto combattere una battaglia interiore contro la depressione e gli attacchi di panico. “Quando attraversi momenti davvero difficili, come la depressione o gli attacchi di panico, non importa quale lavoro hai”, ha dichiarato. Questa affermazione mette in luce una problematica comune tra gli sportivi, che spesso si sentono costretti a mantenere un’immagine pubblica impeccabile, anche quando la loro vita personale è in crisi. L’attaccante ha raccontato episodi in cui le critiche subite dai tifosi lo hanno colpito profondamente, persino mentre si trovava in situazioni quotidiane come andare al ristorante o fare la spesa con la famiglia.
In un contesto di crescente attenzione alla salute mentale nel mondo dello sport, Morata ha riconosciuto l’importanza del supporto che ha ricevuto. Ha menzionato figure fondamentali come il tecnico Diego Pablo Simeone e il compagno Koke, nonché il suo psichiatra e il suo “coach“. Queste persone, ha sottolineato, hanno avuto un ruolo fondamentale nel suo percorso di recupero, offrendo sostegno e incoraggiamento in un periodo buio della sua vita.
Morata ha rielaborato il suo stato d’animo prima della finale del Campionato Europeo, rivelando che tre mesi prima dell’evento si era chiesto se sarebbe stato in grado di tornare a giocare. “Ero in una situazione in cui non riuscivo nemmeno ad allacciarmi le scarpe”, ha confessed. Queste parole riflettono non solo il suo malessere personale, ma anche la pressione inaccettabile che molti sportivi sentono di non poter evitare. L’atleta ha spiegato come, nel tempo, il suo amore per il calcio si fosse trasformato in un fardello, rendendo difficile godere dei momenti con i suoi figli.
La sua uscita dall’Atletico Madrid ha rappresentato un ulteriore capitolo di questa storia. Morata ha raccontato come inizialmente desiderasse rimanere nel club, ma le voci e le notizie distorte lo hanno costretto a prendere la difficile decisione di lasciare. “Dopo un’intervista in cui ho espresso le mie opinioni, sono uscite notizie sproporzionate”, ha detto, segnalando le differenze nel trattamento dei calciatori tra Spagna e Italia.
La riflessione finale di Morata si concentra sull’importanza della community e del supporto nelle sue esperienze di vita e carriera. La consapevolezza di poter contare su persone che lo comprendono e sostengono, sia sul campo che nella vita privata, è stata cruciale per il suo percorso di recupero. L’intervista sottolinea l’importanza di affrontare le questioni di salute mentale anche nel mondo dello sport, un campo tradizionalmente associato alla forza e alla resistenza, dove il benessere psicologico è spesso trascurato.
Morata ha parlato della vulnerabilità che molti atleti provano, mettendo in evidenza come sia momento di cambiare la narrazione attorno alla salute mentale nello sport. La sua lotta personale funge da esempio di resilienza e della necessità di aprirsi a queste tematiche, sperando di ispirare altri a riconoscere e affrontare le proprie sfide senza paura.