Nella trasmissione “A Pranzo con Umberto Chiariello” su CRC, radio ufficiale della SSC Napoli, il noto giornalista ha affrontato svariate tematiche riguardanti sia la Nazionale italiana di calcio che il complesso rapporto tra le società sportive e le loro tifoserie. Chiariello ha offerto una panoramica dettagliata sui recenti sviluppi e sulle problematiche che affliggono il mondo del calcio.
Umberto Chiariello ha espresso dubbi sull’effettiva popolarità della Nations League, chiedendosi se il torneo possa davvero appassionare gli italiani. Nonostante i progressi evidenti della Nazionale, guidata da Luciano Spalletti, il giornalista ha sottolineato che permangono delle criticità importanti che richiedono attenzione. Secondo Chiariello, la partita recente ha messo in luce l’impatto positivo delle scelte del nuovo tecnico, suggerendo che le fondamenta per un ritorno competitivo a livello mondiale siano solide. Tuttavia, ha evidenziato il paradosso della situazione: diversi giovani talenti non hanno mai avuto l’opportunità di assistere a una partecipazione dell’Italia ai Mondiali, un fatto che lui considera inaccettabile in uno sport di così alto profilo come il calcio.
Di particolare rilevanza è la questione dei rapporti tra le società di calcio e le tifoserie, in particolare nel contesto dell’inchiesta sui legami tra Inter e Milan e i loro gruppi ultras. Questi rapporti non sono solo caratterizzati da una passione calcistica, ma anche da dinamiche di intimidazione e ricatto. Chiariello ha chiarito che la responsabilità oggettiva prevista dall’ordinamento giuridico sportivo rappresenta una questione cruciale per le società. Infatti, i club si trovano a fronteggiare situazioni complesse in cui le attività illecite di alcuni membri delle tifoserie possono riflettersi negativamente sulla loro reputazione e sulla loro operatività.
Nel contesto di tale discussione, il giornalista ha portato alla luce le conseguenze tragiche di conflitti tra tifoserie, sottolineando che il fenomeno non è limitato ai tifosi stessi, bensì coinvolge anche elementi della malavita. Gli incidenti, che hanno portato anche a perdite di vite umane, dimostrano quanto sia difficile gestire una situazione tanto tesa e pericolosa.
Un aspetto centrale del discorso di Chiariello è stato il modus operandi degli ultras, i quali avrebbero esercitato pressioni sulle società sportive per ottenere vantaggi come biglietti, merchandising e altre risorse. In particolare, il giornalista ha fatto riferimento a come le pressioni possano trasformarsi in vere e proprie intimidazioni: “Se le società non cedono, si ritrovano ad affrontare problemi giuridici e di ordine pubblico, che potrebbero sfociare in atti di violenza”. Chiariello ha rimarcato che la realtà è complessa, con i club che si trovano in una posizione delicata, nella quale devono tutelare non solo i propri interessi economici, ma anche la sicurezza di giocatori e tifosi.
In questo contesto, il giornalista ha sottolineato la differenza tra i presidenti che hanno ceduto o meno alle intimidazioni. Ad esempio, Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha scelto di interrompere i rapporti con i tifosi, ponendo in essere una strategia a rischio. Al contrario, Claudio Lotito, presidente della Lazio, è stato costretto a prendere misure di sicurezza per proteggersi. Questa dicotomia evidenzia le sfide a cui i dirigenti di club si trovano di fronte nel tentativo di mantenere un equilibrio tra la passione dei tifosi e la necessità di operare in un contesto sano e legale.
Chiariello ha concluso la sua analisi sottolineando l’importanza di inviare messaggi chiari e forti per affrontare le dinamiche tossiche nel calcio italiano. Affermare con fermezza che un grande club non può piegarsi ai ricatti è essenziale per preservare la dignità dello sport e garantire un ambiente competitivo equo. La responsabilità delle società nel denunciare e combattere queste problematiche deve essere alla base di qualsiasi strategia a lungo termine. Il giornalista ha evidenziato che è fondamentale stabilire un percorso di cambiamento che non solo protegga gli interessi dei club, ma promuova anche un calcio più sicuro e rispettoso.