L’attuale vicenda di Khvicha Kvaratskhelia, giovane talento del Napoli, ha portato alla ribalta questioni legali significative riguardanti la rescissione del contratto e i diritti dei calciatori. Raffaele Rigitano, vice presidente dell’Associazione Agenti, ha rilasciato un’intervista in cui approfondisce la situazione e le normative in gioco. Attraverso le sue parole, emergono chiarimenti importanti che riguardano non solo il futuro del giocatore, ma anche le procedure che il club partenopeo deve seguire.
I dettagli dell’articolo 17 della FIFA
L’articolo 17 della FIFA gioca un ruolo cruciale nella possibilità per i calciatori di risolvere unilateralmente il contratto. Rigitano chiarisce che la norma consente a un calciatore di rescindere il contratto dopo un determinato periodo di tempo, a seconda dell’età al momento della firma. Se un calciatore ha più di 28 anni, ha la possibilità di farlo dopo due anni; se è più giovane, come nel caso di Kvaratskhelia che firmò a 21 anni, il termine è di tre anni. Pertanto, alla conclusione di questa stagione, Kvara avrà la facoltà di appellarsi a questa normativa, considerando che sarà trascorso il tempo necessario.
Questa possibilità di risoluzione contrattuale pone interrogativi sulle strategie che i club devono adottare per proteggere i propri interessi. Se Kvara decidesse di avvalersi di questo diritto, il Napoli si troverebbe a dover affrontare una situazione complessa per quanto riguarda i diritti e i doveri relativi alla cessazione del contratto.
Gli indennizzi per il club napoletano
Sotto l’aspetto economico, Rigitano sottolinea che, in caso di risoluzione contrattuale, il Napoli avrebbe potuto richiedere un indennizzo. Questo indennizzo sarebbe stato calcolato in base a vari parametri, tra cui l’ingaggio del calciatore e il tempo rimanente fino alla scadenza del suo contratto. Secondo quanto sostenuto dal legale, è probabile che l’importo rivendicato dal Napoli non sarebbe stato comparabile a quello che si potrebbe ottenere ora con la cessione del calciatore.
La questione si complica ulteriormente a causa della recente sospensione delle normative collegate all’articolo 17 da parte della FIFA. Tale sospensione è avvenuta dopo la pubblicazione della sentenza Diarra da parte della Corte di Giustizia Europea. Questo ha cambiato radicalmente la situazione, limitando le possibilità per i club di richiedere risarcimenti.
L’impatto della sentenza Diarra
Raffaele Rigitano ha evidenziato come la sentenza Diarra abbia avuto un’influenza diretta sulle normative in materia, ritenendo che le regole FIFA limitassero la libertà lavorativa degli atleti. In particolare, la Corte ha considerato gli importi imposti come risarcimento poco competitivi e potenzialmente anti-concorrenziali. Questo ha portato alla sospensione della possibilità di alcune sanzioni disciplinari relative all’articolo 17, ristrutturando così il modo in cui vengono trattate le risoluzioni contrattuali.
Con queste nuove disposizioni, nel caso in cui Kvara decidesse di invocare l’articolo 17 al termine della stagione, il Napoli si troverebbe in una situazione diversa rispetto al passato. La società dovrebbe emettere un certificato di trasferimento internazionale, e ogni richiesta di indennizzo si confronta con parametri che al momento rimangono incerti. Questa incertezza rende ancora più delicato il quadro legale e le decisioni da prendere.
Rigitano conclude facendo notare che la dinamica tra i calciatori e le società calcistiche sta subendo una trasformazione significativa. La situazione di Kvaratskhelia non è solo un caso isolato, ma rappresenta una tendenza più ampia nelle relazioni di lavoro all’interno del mondo del calcio.