Il governo di Andrea Duodo alla Presidenza della Federazione Italiana Rugby è iniziato il 15 settembre, un momento che segna una nuova era per il rugby italiano. Mentre i tifosi si preparano per i grandi eventi sportivi del 2025 e l’avvicinarsi dei Sei Nazioni, Duodo ha le spalle a una serie di sfide economiche e di sviluppo del territorio. In un’intervista, ha condiviso la sua visione e i traguardi da raggiungere.
le prime settimane di governo e la visione per il futuro
Andrea Duodo ha ricoperto l’incarico di presidente Fir in un periodo cruciale. I primi cento giorni di governo sono coincisi con la Vigilia di Natale. “In famiglia, con mia moglie e i bambini, ho sentito la necessità di prendermi un momento di pausa”, racconta Duodo. Dopo i mesi intensi della campagna elettorale e le successive settimane di lavoro, ha avuto la chance di riflettere sulle responsabilità che ora ha di fronte.
Con oltre centodieci mila biglietti già venduti per gli incontri che saranno ospitati a Roma contro Galles, Francia e Irlanda, il presidente rivela che il Sei Nazioni rappresenterà un’occasione unica per promuovere il rugby italiano. L’aspettativa è alta, e c’è grande fiducia nel tecnico Gonzalo Quesada. Tuttavia, Duodo è molto consapevole delle problematiche che la federazione deve affrontare, che spaziano da difficoltà economiche a esigenze di sviluppo a lungo termine, in particolare per quanto riguarda il rugby di base.
una realtà finanziaria complessa
Uno degli argomenti più critici nei discorsi di Duodo riguarda la situazione economico-finanziaria della Fir. Per il 2024, la federazione prevede un passivo di dieci milioni di euro. “Siamo consapevoli dell’eredità pesante che abbiamo ereditato”, afferma, continuando a evidenziare i problemi originati dalla precedente gestione. “Il mio obiettivo primario è riportare il bilancio in acque sicure. Solo allora possiamo investire seriamente sul rugby di base”, spiega.
La realtà è innegabile: la Fir ha visto una significativa diminuzione del tesseramento e della partecipazione a livello locale. Duodo punta a riportare vitalità nelle società e a ricostruire le basi del movimento rugbistico, specialmente per le nuove generazioni. “Dobbiamo garantire che ragazze e ragazzi possano svolgere attività sul campo, e non possiamo permetterci di trascurare questo aspetto”, afferma con determinazione.
il futuro delle zebre rugby e la sostenibilità
Una delle questioni più spinose è quella legata alla franchigia delle Zebre Rugby, che attualmente rappresenta un costo notevole per la federazione. Duodo ha annunciato l’apertura di un bando per attrarre potenziali investitori, con la chiara intenzione di rendere la franchigia sostenibile. “Le Zebre costano troppo alla federazione e, a livello sportivo e commerciale, producono poco. Dobbiamo riflettere su come queste risorse possano essere meglio impiegate per lo sviluppo del rugby di base”, sottolinea.
Le offerte per rilevare la franchigia devono essere presentate entro il 15 gennaio, e il consiglio della Fir valuterà tutte le proposte. Duodo avverte che, se le proposte fossero ritenute insoddisfacenti, la federazione manterrà il pieno controllo. La strada verso la sostenibilità è impervia: “Dobbiamo ridurre il budget dalle attuali sette milioni a meno di cinque. Il nostro obiettivo finale è che le Zebre producano atleti per la nazionale”.
sfide e opportunità per il rugby italiano
Mantenere le nazionali ai massimi livelli è una delle grandi sfide per Duodo. “Abbiamo perso molti iscritti e società. Negli ultimi quattro anni, ci siamo allontanati dal territorio”, afferma. La federazione sta quindi rivedendo e aggiornando il modello di formazione, mentre nuovi progetti come le Accademie U23 sono già in fase di sviluppo.
A gennaio, Roma sarà il centro del rugby mondiale, con il lancio globale del Sei Nazioni a Palazzo Brancaccio. Un evento imperdibile, che culminerà nella prima partita contro la Scozia il 1 febbraio. Duodo conclude sottolineando l’importanza di una guida chiara: “Abbiamo un grande allenatore e una squadra giovane. Le aspettative sono alte e siamo pronti a raccogliere queste sfide”. La Fir si sta muovendo, e il futuro del rugby italiano sembra promettente se gestito con attenzione e visione.