Continuano le indagini sul misterioso caso di Angela Celentano, la bambina scomparsa nel 1996 dal Monte Faito, dove all’epoca aveva solo 3 anni. A 28 anni dalla sua scomparsa, gli inquirenti si trovano a dover affrontare nuove piste e ricostruzioni, con particolare attenzione alla cosiddetta “pista turca”. Questa è l’unica che rimane aperta, ma senza risposte definitive riguardo la sorte della bambina, che oggi avrebbe compiuto 31 anni. La magistratura ha recentemente concesso una proroga di 180 giorni per indagare ulteriormente su questa vicenda complessa e intrisa di mistero.
Gli inizi della scomparsa nel Monte Faito
Angela Celentano, all’epoca dei fatti, era in vacanza con i suoi genitori sul Monte Faito, località turistica della Campania. Il 10 agosto 1996, mentre si trovava con la famiglia, è scomparsa nel nulla. Le ricerche immediate non hanno portato a risultati significativi e, nel corso degli anni, diversi elementi si sono sovrapposti aggiungendo confusione al caso. La sua scomparsa è diventata un mistero di rilevanza nazionale, attirando l’attenzione dei media, delle forze dell’ordine e di gruppi di ricerca privati.
Nel tempo, diversi avvistamenti e testimonianze su presunti rapimenti o fughe verso l’estero hanno alimentato teorie, ma senza alcuna prova concreta. La vicenda ha destato grande emozione ed è rimasta impressa nella memoria collettiva, non solo per la giovane età della bambina, ma anche per il senso di ingiustizia e incertezza che ha accompagnato i familiari e l’opinione pubblica per decenni. Ogni anniversario della sua scomparsa riaccende le speranze di ritrovarla, ma anche il dolore di una famiglia che continua a cercare verità.
La pista turca e le nuove rivelazioni
Recentemente, l’attenzione si è concentrata su una rivisitazione della cosiddetta “pista turca”, emersa da un’iniziativa personale di Vincenza Trentinella, una donna che ha intrapreso un viaggio verso la Turchia. La motivazione alla base del viaggio deriva dalle confidenze fattele da un parroco, il quale le avrebbe raccontato informazioni che potrebbero rivelarsi cruciali per il caso di Angela. Secondo quanto riportato, una donna durante la confessione avrebbe svelato al sacerdote dettagli inquietanti sulla scomparsa della bambina.
La testimonianza del sacerdote ha portato a sospettare che Angela potrebbe essere stata portata a Buyukada, un isolotto turco. Presumibilmente, ora vivrebbe con un uomo identificato come Fafhi Bey, il quale si spacerebbe per suo padre. Vincenza Trentinella afferma di aver incontrato l’uomo durante il suo soggiorno sul luogo, un avvicinamento effettuato sotto le false pretese di voler adottare un gattino. In quell’occasione, è riuscita a scattare una foto della giovane, presunta Angela, accrescendo l’interesse delle autorità sull’argomento.
Complicazioni nelle indagini e mancanza di collaborazione
Le indagini relative alla pista turca, però, hanno trovato non poche complicazioni. Secondo quanto emerso, i magistrati turchi avrebbero interrogato una persona sbagliata, trascurando il vero Fafhi Bey in favore di un veterinario di nome Fahri Dal, il quale consentirebbe al preteso padre di utilizzare il suo studio. Questa svista ha ulteriormente complicato la situazione, portando già anni fa a un diniego da parte della Giudice delle indagini preliminari di Napoli sull’archiviazione della pista turca. È emerso che, nonostante gli sforzi, la collaborazione con le autorità turche tende a scemare.
Pur avendo ricevuto solleciti dal sostituto procuratore al ministero della Giustizia, non è giunta alcuna risposta riguardo ai tempi di evasione della rogatoria. Il silenzio da parte delle autorità turche aggiunge una dimensione di frustrazione a un’indagine già intrinsecamente complessa. Nonostante ciò, la proroga delle indagini accende il razionale ottimismo che ci sia ancora spazio per approfondire le varie linee di indagine e rendere giustizia a una storia che ha colpito profondamente l’opinione pubblica italiana.