Antonio Caliendo, noto agente di calciatori, ha condiviso ricordi toccanti di Totò Schillaci durante un’intervista trasmessa su Radio Goal di Kiss Kiss Napoli. Nel contesto del recente decesso dell’ex calciatore, Caliendo ha voluto esprimere il suo affetto e il loro legame professionale e personale che ha segnato profondamente la sua carriera e la sua vita.
Totò Schillaci ha segnato un’importante pietra miliare nella storia del calcio giapponese. Nel 1990, con la nascita della J.League, Schillaci divenne il primo calciatore europeo a giocare professionalmente in Giappone. Questo evento non solo ha aperto le porte al calcio nipponico ma ha anche segnato una transizione fondamentale nella diffusione di questo sport in Asia. Caliendo, che ha vissuto in prima persona quella storica esperienza, ricorda con nostalgia i momenti vissuti nell’Isola del Sol Levante, dove a far da cornice alla loro esperienza c’era una forte amicizia tra i due.
Nel raccontare il periodo trascorso insieme, Caliendo ha condiviso vari aneddoti che rivelano la personalità e l’umanità di Schillaci. Tra le molte esperienze, il fatto di aver condiviso la stessa casa durante il soggiorno in Giappone ha contribuito a cementare un legame che andava oltre il professionale. Le storie di collaborazione, le risate e le difficoltà vissute insieme permettono di comprendere la vera essenza del rapporto tra un agente e il suo assistito. Le parole di Caliendo vanno oltre l’aspetto professionale, illustrando una connessione che ha lasciato un segno indelebile nel suo cuore.
Caliendo ha rivelato dettagli emotivi riguardo al loro legame, evidenziando come Schillaci fosse sempre pronto a supportarlo anche nei momenti difficili. Nel 1991, affrontando sfide professionali significative e la mancanza di solidarietà da parte di alcuni calciatori, Schillaci si era espresso apertamente, affermando: “Finché Caliendo sarà in vita, sarà sempre il mio manager.” Questa dichiarazione non solo rafforza il legame professionale, ma evidenzia anche un grande rispetto e una profonda amicizia. La lealtà di Schillaci è un valore che Caliendo ha sempre tenuto a mente, e lo considera un privilegio avere avuto un cliente così devoto.
Con il decesso di Schillaci, Caliendo ha sentito la necessità di rendere omaggio all’amico e collega. Nonostante i suoi impegni, ha deciso di annullare un viaggio programmato a Montecarlo per recarsi a Palermo, città natale di Schillaci, per offrirgli un ultimo saluto. Il dolore per la perdita di un amico così caro è palpabile nelle sue parole, comprese le sue riflessioni sul tempo trascorso insieme e sull’impatto che la sua vita ha avuto su di lui.
Il tributo di Caliendo a Schillaci rappresenta non solo la memoria di un grande calciatore italiano, ma anche l’omaggio a una persona che ha lasciato un segno non solo nel calcio, ma nella vita di coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo.