Antonio Conte, allenatore del club in un’intervista con DAZN, ha espresso il suo pensiero riguardo alle dinamiche attuali della squadra, in particolare in vista delle pretendenti sfide future. Le sue dichiarazioni mettono in evidenza un approccio pragmatico verso le partite, enfatizzando che il risultato finale è l’unica cosa che ha realmente importanza. Con questa premessa, Conte discute anche delle scelte tattiche e delle strategie di rotazione dei giocatori, sottolineando come queste siano influenzate dall’obiettivo primario di ottenere il massimo punti possibile.
Prendendo spunto dalla recente partita contro l’Empoli, Conte ha sottolineato l’importanza dei risultati nella sua strategia di gioco. Il tecnico ha parlato di come il turnover in attacco possa essere una necessità, specialmente dopo aver effettuato quattro cambi rispetto alla formazione precedente. La decisione di riportare Meret tra i pali al posto di Caprile—che ha svolto un buon lavoro—è un chiaro indizio della sua volontà di mantenere prestazioni elevate. In questo contesto, Conte non lascia spazio a interpretazioni: il successo è l’unico obiettivo, e non si può presupporre nulla fino al fischio finale.
La frase “Non è scritto da nessuna parte che oggi si vince” riassume perfettamente il suo stato d’animo. Ogni partita rappresenta una sfida unica, e anche le squadre più forti possono affrontare intoppi inaspettati. Questo mese di competizioni serrate richiede a ogni calciatore e membro dello staff tecnico un’attenzione costante, mantenendo alta la concentrazione per garantire un esito positivo.
Con l’avvicinarsi di incontri cruciali, come quello contro il Milan, Conte sta valutando attentamente le sue opzioni, non solo nei moduli ma anche nei giocatori da schierare. “Riposo in vista del Milan? L’importante è vincere, non riposare” è una riflessione che mette in risalto la sua determinazione di affrontare ogni partita come se fosse la più importante della stagione. Non esistono piani a lungo termine in questo senso; piuttosto si tratta di un approccio situazionale che mira a ottenere il massimo risultato al momento.
La gestione delle forze è un’arte delicata nel mondo del calcio, e Conte sembra avere chiara la necessità di bilanciare le esigenze fisiche e psicologiche dei suoi giocatori. Nonostante i pressanti impegni, la rotazione non è solo una questione di dare opportunità ai giocatori; è anche un modo per creare competizione interna, mantenendo alto il livello di performance dell’intero gruppo.
Nell’intervista, Conte ha anche ricordato il suo primo gol in Serie A, che è avvenuto quando giocava con il Lecce e ha avuto come palcoscenico lo stadio di Napoli, un luogo carico di storia calcistica. Il ricordo di quel momento, in cui indossava la maglia con il numero 10—“un po’ per caso”, secondo le sue parole—è emblematico di un percorso ricco di sfide e soddisfazioni. Lasciano un segno indelebile, la maglia numero 10 non significa solo un ruolo di prestigio, ma anche una quantità incredibile di sforzi e dedizione.
Questo aneddoto non è solo nostalgico; riflette anche la sua personalità, un “faticatore” come ama definirsi, dimostrando che il percorso che ha intrapreso non è mai stato facile. La sua carriera, sia da calciatore che da allenatore, è stata contrassegnata da un costante impegno e da una ricerca incessante dell’eccellenza. Questi dettagli non solo raccontano di un straordinario calciatore, ma anche di un leader che ha portato avanti principi di lavoro e determinazione nel corso della sua carriera.