La galleria Acappella di Napoli si prepara a inaugurare una mostra collettiva dal titolo “Occhio Furbetto”, che aprirà i battenti il 21 novembre alle ore 19. Curata da Leonardo Devito, l’esposizione presenterà opere di cinque artisti provenienti da diverse parti del mondo: Roberto Caruso, Michele Cesaratto, David Farcas, Andrei Pokrovskii, e Paolo Pretolani. Questa iniziativa vuole mettere in risalto non solo il talento individuale di ciascun artista, ma anche il complesso dialogo con la storia dell’arte che caratterizza le loro opere.
“Occhio Furbetto” si propone di esplorare la relazione tra artisti contemporanei e le tradizioni artistiche del passato. I lavori presentati si muovono su una linea sottile, evidenziando come le influenze storiche possano assorbire le narrazioni contemporanee. Attraverso un accostamento di stili e tecniche iconiche, gli artisti propongono una riflessione sull’evoluzione dell’arte e sul modo in cui i riferimenti classici possono rimanere fortemente presenti, seppur reinterpretati, nella produzione artistica attuale.
Leonardo Devito sottolinea l’importanza delle immagini storiche per la formazione dell’immaginario degli artisti, affermando che queste “lasciamo un’impronta specifica” nel linguaggio visivo. Questo processo creativo, descritto come la costruzione di una “costellazione” di riferimenti e di soggetti amati, pone interrogativi sull’originalità dell’arte contemporanea. Devito mette in luce una tensione fondamentale: l’arte moderna, pur attingendo al passato, si scontra con la necessità di rinnovarsi e di affermare la propria identità.
L’analisi della tradizione nell’arte contemporanea è al centro della discussione proposta da Devito. Egli si interroga su come gli artisti possano rendere omaggio alle radici culturali senza cadere nel tranello della mera ripetizione. La questione dell’originalità sorge in un contesto in cui “rifacendosi a qualcosa che è già stato fatto, non si rischia di essere meramente retorici”. A tal proposito, il curatore richiama le riflessioni di Salvatore Settis, spiegando che avvicinarsi alla tradizione richiede una rielaborazione critica.
Settis utilizza metafore tratte dalla filologia per spiegare come la trasmissione del sapere non si traduca mai in una replica identica. Le opere degli artisti coinvolti in “Occhio Furbetto” possono essere viste come esempi di questo passaggio: ogni artista, nel riappropriarsi di riferimenti e tematiche passate, li trasforma in qualcosa di nuovo e personale, nonostante inevitabili differenze e reinterpretazioni.
La tradizione, quindi, non è un fardello, ma una risorsa che consente agli artisti di navigare tra continuità e discontinuità. Questo equilibrio delicato ci porta a riconoscere che ogni opera è frutto di una storia condivisa, in cui il presente e il passato interagiscono continuamente, generando nuove opportunità espressive.
La mostra “Occhio Furbetto” si svolgerà presso la galleria Acappella, situata in Vico S. M. Cappella Vecchia 8/A, Napoli. La scelta del nome della galleria è in linea con l’intento di stimolare un’osservazione acuta e critica delle opere esposte. L’inaugurazione dell’evento è prevista per il 21 novembre e rappresenta un’occasione imperdibile per gli appassionati d’arte, collezionisti e curiosi.
Acappella si propone quindi come un punto di riferimento per l’arte contemporanea a Napoli, creando spazi di confronto e riflessione non solo sulle opere in esposizione, ma anche sulla loro capacità di comunicare e interrogare il pubblico. Questa mostra si inserisce nel contesto di una continua ricerca dell’arte che mira a interrogare le proprie radici e a rispondere alle sfide del presente e del futuro.