Una storia di lotta e speranza emerge dall’appello lanciato da Alessandra Marenga, la figlia di Giuseppe, un noto medico chirurgo d’urgenza del Policlinico Umberto I di Roma, gravemente malato di cancro alla prostata metastatico. Questa realtà sfida non solo le difficoltà del trattamento, ma anche un sistema sanitario che si rivela inadeguato e poco accessibile per molti pazienti. Qual è il costo del diritto alla salute in un momento così critico?
La diagnosi e il percorso terapeutico
Due anni fa, Giuseppe ha ricevuto la terribile diagnosi di cancro alla prostata metastatico. La sua battaglia contro la malattia ha compreso cicli di chemioterapia, radioterapia e un intervento chirurgico. Nonostante le diverse terapie, la malattia ha continuato a progredire in modo aggressivo, lasciando la famiglia con poche speranze. L’ultima possibilità per fermare l’evoluzione della malattia è rappresentata dalla terapia radiometabolica con Lutezio-177 Psma, un farmaco approvato a livello europeo, dall’AIFA e dall’EMA. Tuttavia, in Italia, questo trattamento rimane di fatto inaccessibile per molte persone, creando un paradosso in cui ciò che è approvato non è disponibile per chi ne ha davvero bisogno.
Alessandra, con grande determinazione, si fa portavoce di una situazione che tocca da vicino molte famiglie italiane afflitte da malattie oncologiche. La frustrazione è palpabile, poiché il trattamento in Italia è disponibile soltanto attraverso trial clinici, che potrebbero non garantire l’accesso a tutti, o con costi enormi che superano le possibilità economiche di molti. Costi che, nel caso di Giuseppe, superano i 130.000 euro per sei sedute, una spesa impossibile senza un supporto adeguato.
La scelta di curarsi all’estero
Di fronte a queste difficoltà , la famiglia Marenga ha scelto di indirizzare il padre verso Innsbruck, in Austria, dove i costi per il trattamento sono più contenuti, circa 15.000 euro per seduta. Qui, Giuseppe inizierà la terapia il 16 dicembre. Questa scelta, sebbene necessaria, non è esente da sfide: per far fronte alle spese, Alessandra ha avviato una campagna di crowdfunding su GoFundMe, mettendo a nudo le vulnerabilità di una famiglia costretta a chiedere aiuto per accedere a una cura.
Con la sua iniziativa, Alessandra non desidera solo raccogliere fondi per il padre, ma sollevare una questione decisamente più ampia che tocca l’intera popolazione. La difficoltà di accesso alle cure affligge non solo il suo caso specifico, ma centinaia di pazienti che si trovano in situazioni simili. La questione non riguarda unicamente i costi astronomici, ma la lenta e ingarbugliata burocrazia italiana, che spesso ritarda ulteriormente l’accesso alle terapie.
Criticità del sistema sanitario
Alessandra sottolinea come il sistema sanitario italiano presenti criticità significative. Non solo vi è l’impossibilità di accedere a medicinali approvati, ma anche la gestione dei fondi da parte dei servizi socio-sanitari crea enormi difficoltà . Giuseppe non può richiedere l’anticipo del TFS , in quanto l’INPS ha esaurito i fondi. Questa situazione costringe la famiglia a rimanere senza reddito per almeno 55 giorni tra la fine del lavoro e il primo pagamento della pensione. Ne consegue che si trovano a dover affrontare non solo l’onere della malattia ma anche quello dell’indigenza economica.
La difficoltà di accedere all’assistenza sanitaria transfrontaliera aggiunge un ulteriore livello di complessità . Le tempistiche burocratiche per ottenere la riconoscibilità di tale assistenza possono rivelarsi drammaticamente lunghe, mentre la salute di Giuseppe non tollera attese. La situazione di Alessandra è esemplare di un problema più esteso che affligge molte famiglie italiane.
Reazioni politiche e sostegno per la causa
Una nota di preoccupazione è giunta anche dai deputati del Movimento 5 Stelle, Andrea Quartini e Gaetano Amato, che hanno espresso solidarietà all’appello della famiglia Marenga. Sottolineano come l’iter burocratico per la terapia che potrebbe salvare la vita al professor Marenga sia ancora incompleto, nonostante il farmaco sia approvato. I due parlamentari hanno annunciato di aver presentato un’interpellanza al Ministro della Salute, Orazio Schillaci, per trovare soluzioni e migliorare l’accesso a questa fondamentale terapia, sottolineando la necessità di accelerare il riconoscimento dell’assistenza sanitaria transfrontaliera e garantire le cure necessarie senza gravare sui bilanci familiari.
La storia di Giuseppe Marenga è uno specchio della lotta quotidiana di molti pazienti oncologici italiani. Una chiamata alla responsabilità di un sistema che deve evolversi per garantire diritti superiori, quelli della salute e della dignità . Le famiglie che affrontano queste sfide devono conoscere un contesto in cui le terapie salvavita siano accessibili a tutti, senza colpevolizzazioni economiche o burocratiche.