Il Consiglio regionale della Campania ha adottato una nuova norma che vieta la costruzione di nuovi edifici nei Campi Flegrei a causa del rischio bradisismico. Questa decisione, fortemente voluta dal ministro della Protezione civile Nello Musumeci, si inserisce in un insieme di misure di prevenzione sismica. Ma non mancano le polemiche, in particolare riguardo a progetti già avviati nell’area dell’ex Italsider a Bagnoli.
L’approvazione della legge sull’inedificabilità nei Campi Flegrei è avvenuta con il voto favorevole di 26 consiglieri, solo un voto contrario e tre astenuti, provenienti dal Movimento Cinque Stelle. Il divieto colpisce specificamente i comuni di Pozzuoli, Bacoli e alcune zone di Napoli, incluse Bagnoli, Soccavo/Pianura e Posillipo. Questa norma è stata richiesta dal Governo centrale come parte di una strategia più ampia per affrontare il rischio sismico associato al fenomeno del bradisismo, che ha storicamente riguardato quest’area.
L’adozione della norma è vista come una risposta urgente a una situazione che esige misure concrete per proteggere i residenti, a fronte di studi che rivelano un aumento dell’attività sismica e del sollevamento del terreno. La legge dovrà essere integrata nei piani urbanistici dei comuni coinvolti, imponendo alle amministrazioni locali di aggiornare i loro strumenti per riflettere il divieto di nuove costruzioni. Questo nuovo quadro normativo segna un passo significativo nella gestione territoriale della regione, sottolineando la necessità di affrontare le problematiche legate alla sicurezza in contesti vulnerabili.
Durante la discussione in aula, sono stati presentati due emendamenti dalla consigliera Maria Muscarà. Questi proponevano di ampliare l’area soggetta al divieto di costruzione per includere l’intera zona rossa e gialla dei Campi Flegrei, coinvolgendo potenzialmente anche comuni quali Monte di Procida, Marano e giungle urbane di Napoli come Fuorigrotta e Vomero. Tuttavia, entrambi gli emendamenti sono stati bocciati, evidenziando una mancanza di consenso su questioni cruciali per la sicurezza e lo sviluppo urbanistico della regione.
La norma consente comunque interventi di ristrutturazione e messa in sicurezza degli edifici esistenti. Tuttavia, la consigliera Muscarà ha cercato di introdurre modifiche anche riguardo alla demolizione e ricostruzione, chiedendo che eventuali nuove strutture venissero costruite all’esterno dell’area soggetta a divieto. Anche questa proposta è stata rifiutata, evidenziando le difficoltà nella trasformazione delle politiche urbanistiche in un contesto così complesso come quello dei Campi Flegrei.
Nonostante l’approvazione della normativa, la situazione si complica con il progetto di riqualificazione dell’ex Italsider a Bagnoli, recentemente avallato dal Governo Meloni. Questo piano prevede la costruzione di oltre mille nuovi alloggi e 467 mila metri cubi di sviluppo residenziale, contraddicendo in parte la filosofia dietro il divieto di edificazione appena introdotto.
Il dibattito politico si è animato, con alcuni parlamentari del Partito Democratico che hanno presentato un emendamento per escludere i piani di risanamento ambientale dal divieto. Tuttavia, questo tentativo non ha avuto successo, con il rifiuto da parte dell’esecutivo che ha mantenuto ferma la sua posizione sulla sicurezza delle aree vulnerabili. Le affermazioni del ministro Musumeci, che definivano ingiustificate le scelte urbanistiche del passato, risuonano forti in questo contesto e pongono interrogativi su come il Governo intenda conciliare l’inedificabilità con progetti già avviati.
Il futuro delle costruzioni a Bagnoli resta dunque incerto e complesso, con il rischio che la nuova normativa si scontri con le necessità di sviluppo e risanamento dell’area, già profondamente compromessa da anni di scelte urbanistiche discutibili. La sfida da affrontare è quella di garantire la sicurezza dei cittadini senza compromettere le opportunità di rigenerazione necessarie per il progresso della regione.