Archiviazione per l’ex brigatista Paolo Persichetti: il pm chiude l’inchiesta sulla divulgazione di atti riservati

La Procura di Roma ha avviato la richiesta di archiviazione nei confronti di Paolo Persichetti, ex brigatista divenuto successivamente ricercatore storico. L’oggetto dell’indagine riguardava un presunto favoreggiamento legato alla divulgazione di documenti riservati della Commissione parlamentare d’inchiesta sul sequestro e l’omicidio di Aldo Moro. Il caso è emerso a seguito di una segnalazione da parte dell’FBI e ha destato l’interesse di diverse testate giornalistiche che seguono le vicende legate alla storia italiana e al terrorismo degli anni ’70.

Le origini dell’inchiesta

L’indagine nei confronti di Persichetti ha preso avvio da un’informativa della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, la quale ha segnalato una potenziale violazione della legge mediante la pubblicazione di materiali riservati riguardanti le indagini su Aldo Moro, il leader democristiano rapito e poi assassinato dalle Brigate Rosse nel 1978. Secondo quanto emerso, queste rivelazioni avrebbero potuto influenzare non solo la storicizzazione del drammatico evento, ma anche l’interpretazione di alcuni aspetti della vicenda giudiziaria che ha coinvolto diversi esponenti del terrorismo.

La Commissione parlamentare ha lavorato per anni su questo caso emblematico, cercando di far chiarezza sulle dinamiche e sui protagonisti di un evento che ha segnato profondamente la storia politica italiana. La divulgazione di materiale riservato in questo contesto può essere visto come un atto di grande gravità e ha suscitato l’interesse delle autorità.

La richiesta di archiviazione e gli elementi probatori

Nella richiesta di archiviazione presentata dal pubblico ministero, emerge chiaramente che dall’analisi dei documenti non sono stati individuati ulteriori atti che potessero essere classificati come riservati o segreti. Secondo le argomentazioni fornite, non è possibile attribuire a Persichetti una condotta penalmente rilevante, soprattutto a causa di un’evidente incertezza sulla legittimità dei documenti in questione.

Il difensore di Persichetti, avvocato Francesco Romeo, ha sostenuto che gli elementi a disposizione non giustificherebbero l’apertura di un processo, evidenziando come le norme di riservatezza non possano essere invocate con chiarezza. È emerso infatti che il materiale di cui si discute non sarebbe potuto configurarsi come ulteriori prove di colpevolezza, dato che non avrebbe inciso sulle responsabilità già stabilite dai tribunali in relazione ai reati commessi nel periodo storico in esame.

Il contesto giuridico e le sue implicazioni

Un’altra questione importante trattata nella richiesta di archiviazione è relativa alla configurabilità del reato di favoreggiamento personale. I materiali raccolti da Persichetti sono stati condivisi con due individui coinvolti nei processi legati al sequestro Moro, in particolare Loiacono e Casimirri, ciascuno con una propria condanna nelle vicende processuali legate a questo drammatico fatto di cronaca.

Il pm ha sottolineato che, sebbene queste informazioni possano apparire rilevanti dal punto di vista della ricerca storica o nel contesto di ulteriori indagini, non sembrano comportare nuovi capi di imputazione nei confronti della difesa. Inoltre, è stato messo in evidenza che i potenziali reati contestabili risalgono al 2015 e sono quindi prossimi alla prescrizione, un fattore che potrebbe rendere ancora più difficile la prosecuzione dell’inchiesta.

In virtù di quanto esposto, il pubblico ministero ha chiesto al giudice per le indagini preliminari di disporre l’archiviazione del procedimento e la restituzione degli atti, chiudendo così una fase delicata della storia giuridica recente italiana, dove teoria e cronaca si intrecciano in un racconto ricco di tensioni e interrogativi sociali.

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Redazione