Viviana Pagliarone, ex compagna del Maggiore Gabriele Agostini della Guardia di Finanza, è stata arrestata stamattina dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli. L’operazione ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Napoli nei confronti di tre persone, accusate di fabbricazione di ordigno esplosivo e concorso in tentato omicidio pluriaggravato. L’attentato, avvenuto il 21 marzo 2023 a Bacoli, ha avuto come obiettivo il Maggiore Agostini, che, fortunatamente, è uscito illeso dall’attacco.
La dinamica dell’attentato
Il 21 marzo scorso, un evento drammatico ha scosso la comunità di Bacoli quando un ordigno esplosivo è stato detonato sotto l’auto del Maggiore Gabriele Agostini. La prima fase delle indagini ha rivelato un piano ben orchestrato, in cui la vittima sarebbe stata presa di mira con l’intento di ucciderla. Un passato complicato con la Pagliarone e un evidente movente di vendetta hanno portato gli investigatori a scoprire che la donna aveva commissionato il crimine.
Franco Di Pierno, l’autore materiale dell’attentato, è un 50enne di San Severo, noto per la sua vasta esperienza in attività illecite. Sottoposto ad arresto il 16 ottobre 2023, Di Pierno ha agito su incarico della Pagliarone, ricevendo supporto da due complici nella preparazione dell’ordigno. Questo attacco non è stato il frutto di un’improvvisazione, ma una pianificazione accurata, che dimostra la volontà di infliggere danni irreparabili al Maggiore Agostini. Al momento della detonazione, l’ufficiale si trovava alla guida della sua auto in via Bellavista. La potenza dell’ordigno ha causato danni ingenti all’auto, che è andata completamente distrutta a causa dell’incendio seguito all’esplosione.
Il contesto del crimine
Le indagini condotte dai Carabinieri hanno evidenziato non solo il piano malefico orchestrato da Viviana Pagliarone, ma anche il contesto più ampio in cui si inscribeva questo attacco. La relazione con il Maggiore Agostini si era deteriorata nel tempo, portando a conflitti che si sono intensificati fino a sfociare in questo drammatico evento. La scelta di utilizzare un ordigno esplosivo ha rivelato una motivazione estremamente seria e pericolosa, indicando un’intenzione chiara di provocare non solo danni materiali ma anche di minare la vita dell’ufficiale.
Le autorità sono rimaste profondamente colpite dalla brutalità del crimine, sottolineando l’importanza della repressione di simili atti di violenza. La strategia adottata da Viviana Pagliarone di utilizzare intermediari per eseguire il suo piano delittuoso suggerisce una predisposizione a coinvolgere altre persone nella sua vendetta, evidenziando quanto sia delicata la situazione e quanto possa essere pericolosa una relazione interrotta.
L’operazione dei Carabinieri
L’arresto di Viviana Pagliarone e dei suoi complici è il risultato di un lavoro investigativo meticoloso condotto dal Nucleo Investigativo di Napoli. A seguito della detonazione e degli immediati accertamenti, i Carabinieri hanno avviato una serie di indagini che hanno portato a un approfondito esame delle telecamere di sorveglianza e alla raccolta di testimonianze. La prontezza degli investigatori ha consentito di risalire rapidamente ai complici e al mandante dell’attentato.
L’azione coordinata delle forze dell’ordine dimostra l’importanza di mantenere un alto livello di allerta contro il crimine organizzato e le minacce che provengono sia da individui isolati che da gruppi di complici. Gli arresti effettuati rappresentano un significativo passo avanti nella lotta contro la violenza e l’illegalità , e il caso di Bacoli è solo uno dei molti che evidenziano la necessità di un intervento deciso da parte delle autorità competenti.
La situazione rimane in continua evoluzione mentre le indagini proseguono, con la speranza che simili atti di violenza possano essere prevenuti e coloro che tramano nell’ombra possano essere portati di fronte alla giustizia.