Arrestato Gaetano Tufo, il 53enne ricercato per associazione per delinquere legata al clan Polverino

Arrestato Gaetano Tufo, il 53enne ricercato per associazione per delinquere legata al clan Polverino - Ilvaporetto.com

Gaetano Tufo, un uomo di 53 anni con legami accertati al clan Polverino, è stato arrestato questa mattina dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli. L’uomo era ricercato dallo scorso primo febbraio e viene accusato di essere il promotore di un’associazione a delinquere finalizzata all’esercizio abusivo di attività di giochi e scommesse. Il suo arresto è avvenuto dopo un’accurata indagine condotta anche con l’ausilio di droni di ultima generazione.

Le accuse contro Tufo e le indagini condotte

Associazione per delinquere e scommesse illegali

Gaetano Tufo è stato associato a un sodalizio criminale transnazionale, che avrebbe operato in diversi Paesi, tra cui Austria, Serbia e Regno Unito. Quest’associazione si occupava della raccolta illegale delle scommesse online e dell’installazione di apparecchi da intrattenimento non conformi nelle varie attività commerciali della provincia di Napoli. La Procura di Napoli Nord, attraverso il procuratore Maria Antonietta Troncone e il pm Cesare Sirignano, ha raccolto prove considerevoli contro Tufo, ritenuto un elemento centrale nel tessuto criminale del clan.

In merito alle indagini, le forze dell’ordine hanno utilizzato avanzati strumenti tecnologici per monitorare le attività di Tufo, che si era rifugiato in Spagna prima di rientrare in Italia. L’operazione di arresto ha preso piede a seguito di un’attenta sorveglianza, avvenuta anche attraverso l’implementazione di telecamere e droni per garantire un monitoraggio efficace.

Comunicazioni durante la latitanza

Nonostante la sua latitanza, Tufo ha mantenuto contatti con la famiglia, una circostanza che ha reso particolarmente complessa la sua cattura. La strategia di evasione ha incluso spostamenti strategici tra Varcaturo e Marano di Napoli, luoghi dove ha cercato di ricostruire una certa normalità vicino ai suoi cari, supportato anche dalla loro assistenza.

Le indagini hanno anche riguardato il rintraccio dei beni accumulati dal clan, in particolare beni immobili e mobili, con l’obiettivo di neutralizzare le risorse economiche del sodalizio criminale. Il Tribunale del Riesame di Santa Maria Capua Vetere, confermando la gravità delle prove, ha autorizzato il sequestro di tali beni, tra cui spicca una villa di lusso.

Operazione di arresto e cooperazione internazionale

Il ruolo della Guardia di Finanza

L’operazione che ha portato all’arresto di Tufo è frutto di intensi sforzi coordinati dalla Guardia di Finanza, che ha collaborato con altre agenzie di polizia a livello internazionale per rintracciare il ricercato. Dopo il ritorno di Tufo in Italia, si è rivelato particolarmente efficace il monitoraggio aereo attuato dai droni, integrato da pattugliamenti a terra.

La Guardia di Finanza ha dimostrato competenza nell’impiego di risorse tecnologiche per le indagini su gruppi di alto profilo criminale, consolidando così la propria funzione di deterrente contro attività illecite legate al gioco d’azzardo e scommesse abusive.

Strumenti di cooperazione internazionale

Il mandato di arresto europeo emesso nei confronti di Tufo ha attivato una rete di cooperazione internazionale che ha facilitato le indagini e ha reso possibile il monitoraggio delle sue movimentazioni. Le articolazioni informative tra le varie forze di polizia europee hanno dimostrato la fluidità e l’importanza della collaborazione per il contrasto alla criminalità organizzata transnazionale, come nel caso del clan Polverino.

L’arresto di Gaetano Tufo sottolinea ancora una volta l’importanza della sinergia tra polizie, sia nazionali che internazionali, nella lotta contro l’illegalità e nella salvaguardia della sicurezza pubblica.

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