L’operazione condotta dalla Squadra Mobile di Napoli ha portato a quindici arresti legati a un clima di paura e intimidazione nel quartiere di Pianura. Emanuele Marsicano, leader di un noto clan camorristico, avrebbe continuato a esercitare il suo potere criminale anche dalle mura dell’istituto penitenziario. Il suo recente coinvolgimento in minacce estorsive ha lasciato un segno inquietante nel contesto della criminalità organizzata nella zona.
Durante una videochiamata, Emanuele Marsicano ha lanciato gravissime minacce a Salvatore D’Anna, noto come “Il Visionario“, gestore di una piazza di spaccio a Pianura. Secondo le ricostruzioni poliziesche, Marsicano avrebbe intimato a D’Anna di pagare una somma di 3mila euro a settimana o di versare un’immediata cifra di 50mila euro per allontanarsi definitivamente dalla zona, altrimenti sarebbero seguite ritorsioni violente. Queste dichiarazioni sono state documentate in un’ordinanza che ha tracciato il percorso delle indagini avviate dopo l’omicidio di Andrea Covelli, vincendo una dura battaglia contro il crimine organizzato che coinvolge diverse fazioni.
L’incontro tra D’Anna e i carabinieri, avvenuto il 6 ottobre 2022, ha messo in evidenza la ferocia della criminalità locale. D’Anna, richiamando l’attenzione dei militari, ha ironico menzionato l’uso del telefono in carcere, rivelando così il suo legame diretto con Marsicano. La prova che tali comunicazioni fossero possibili è stata supportata dall’asserzione che il ragazzo sulla bicicletta, un adolescente collegato a pregiudicati vicini al clan Marsicano, stesse trasportando il dispositivo per la videochiamata.
Le operazioni di arresto della notte scorsa hanno segnato una tappa significativa per le forze dell’ordine che si impegnano a combattere la criminalità a Napoli Ovest. Le indagini, iniziate in risposta all’omicidio di Andrea Covelli, hanno portato alla cattura di membri di entrambi i clan coinvolti in battaglie per il controllo del territorio. Rossore avvenuto dopo l’operazione del luglio 2022, tanto che l’arresto di Massimo Santagata, accusato di tentato omicidio e già in carcere da agosto, rende evidente come la situazione stia cambiando in favore delle autorità.
Malgrado ciò, il clan Lago continua a esercitare una certa influenza nella zona, il cui esponente chiave, nipote del defunto boss Pietro Lago, è stato indicato come possibile obiettivo di recenti attacchi. I conflitti tra i clan possono avere un impatto notevole sulla stabilità del quartiere, generando non solo arresti, ma anche possibili alleanze che potrebbero facilitare l’ingresso di nuove bande criminali nella zona. Le indagini rivelano che la capacità di rimanere operativi, nonostante le detenzioni continue, è una caratteristica sostanziale delle organizzazioni mafiose attive in Campania.
La complessità del panorama criminale napoletano è ulteriormente accentuata dalle dichiarazioni degli inquirenti, che monitorano costantemente le dinamiche di potere tra le bande. Gli arresti della scorsa notte rappresentano un duro colpo per il clan di Marsicano, ma non possono certamente considerarsi la fine di una battaglia che richiede impegno costante e una forte collaborazione tra forze dell’ordine e comunità.