Arresto di docente di sostegno a Castellammare di Stabia: l’analisi del caso scuote la comunità

La storia di una docente di sostegno di Castellammare di Stabia ha scosso l’intera comunità locale e non solo. Accusata di gravi reati, tra cui violenza sessuale e induzione al compimento di atti sessuali nei confronti di minoreni, la donna è finita in manette dopo l’indagine scaturita dall’analisi del suo telefono cellulare. Momentaneamente detenuta nel carcere di Benevento, l’istruttrice si prepara a un interrogatorio di garanzia che potrebbe chiarire ulteriormente i contorni di una vicenda raccapricciante che coinvolge sette ragazzi, alcuni dei quali tra gli 11 e i 13 anni.

La scoperta delle prove tramite il cellulare

I telefoni cellulari non sono solo strumenti di comunicazione, ma possono essere visti come custodi di segreti e prove cruciali. In questo caso, grazie all’analisi approfondita di due telefoni appartenenti alla docente, gli investigatori hanno trovato oltre 17.000 fotografie, la maggior parte delle quali con contenuti pornografici. L’inchiesta è emersa a seguito della segnalazione di una collega, la quale aveva avvertito comportamenti sospetti e anomali nel rapporto tra la docente e i ragazzi.

L’ordinanza di custodia cautelare, emessa dalla giudice del Tribunale di Torre Annunziata, Luisa Crasta, disegna un quadro inquietante della docente. Si fa riferimento a una donna soggiogata dai propri impulsi sessuali, facendo emergere un profilo che potrebbe dare origine a un dibattito profondo e necessario sulla salute mentale e il benessere di chi lavora con i più giovani. Le ultime dieci chiamate registrate sul cellulare hanno rivelato contatti con giovanissimi, aumentando ulteriormente il livello di preoccupazione per le azioni della donna.

L’analisi ha permesso di individuare ricerche compiute sul web incentrate su contenuti pornografici, amplificando il sospetto sul comportamento della docente, che, nel periodo di tempo a cui si fa riferimento, aveva già iniziato a mostrare filmati inappropriati ai ragazzi in aula.

L’inchiesta e il racconto dei minorenni

L’inchiesta ha preso avvio a ottobre 2023, quando si ipotizza che la docente riunisse i ragazzi nell’aula di informatica per mostrargli video pornografici su una smart tv. L’atmosfera di segretezza imposta dall’insegnante, definita come “la Saletta,” ha contribuito a instillare paura tra i ragazzi, i quali sono stati minacciati affinché non parlassero del contenuto delle loro “lezioni”. Secondo i racconti, chi osava opporsi o esprimere disagio veniva deriso e minacciato di bocciatura.

Durante le attività condotte, l’insegnante impartiva indicazioni su come toccarci e scambiarci effusioni, aggirando i limiti della sua posizione. Il culmine di queste interazioni si è raggiunto quando, secondo le testimonianze fornite, la docente ha abusato di uno degli alunni su cui mostrava un interesse particolare. Quest’ultima violazione ha fatto scattare il campanello d’allarme, quando il giovane, dopo un episodio di sospensione per aver fumato, ha deciso di rivelare quanto accadeva all’interno della “Saletta”. Il suo coraggio ha avviato una serie di indagini culminate in denunce formalizzate ai carabinieri.

Le evidenze al vaglio e il contesto scolastico

Il contesto scolastico, normalmente considerato un ambiente protetto, si è rivelato teatro di dinamiche aberranti. Una collega docente, insospettita dall’atteggiamento dell’insegnante di sostegno, aveva notato una familiarità eccessiva nei suoi comportamenti, tanto da avere discussioni con lei. Accusava esplicitamente la docente di dare risposte ai ragazzi durante le prove scritte, comportamento che, se confermato, viola le regole dell’insegnamento.

È bene ricordare che il compito della docente fosse esclusivamente quello di supportare un alunno e non di gestire delle piccole classi senza esplicito consenso. La violazione di queste norme, purtroppo, ha trovato il suo culmine in episodi che hanno generato un ambiente di paura e silenzio tra gli alunni.

Lo scandalo è emerso in tutta la sua gravità a novembre dello scorso anno, quando un gruppo di genitori, allarmati dalla situazione, ha aggredito fisicamente la docente, trasformando una preoccupazione legittima in un atto di violenza. Le testimonianze raccolte dai ragazzi, ascoltati in forma protetta, rivelano un quadro complesso e doloroso, la cui risoluzione richiederà tempo e una seria riflessione.

La situazione ha generato un clamore notevole, e ora la comunità di Castellammare di Stabia si trova a dover affrontare le conseguenze di questa violenta violazione della fiducia, sperando che simili eventi non si ripetano più, mentre la sicurezza degli alunni deve tornare al centro dell’attenzione.

Published by
Valerio Bottini