L’arresto del colonnello Fabio Cagnazzo, figura rilevante delle forze dell’ordine italiane, ha suscitato scalpore e preoccupazione. Il suo coinvolgimento nell’omicidio di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica assassinato nel 2010, ha portato a un approfondimento sui legami tra crimine organizzato e istituzioni. Cagnazzo è stato arrestato insieme ad altri tre individui, ponendo interrogativi sul suo passato e sulle circostanze che hanno portato all’omicidio.
Fabio Cagnazzo, nato ad Aversa 53 anni fa, è cresciuto in una famiglia con una forte tradizione militare. Il padre, Domenico Cagnazzo, ha raggiunto il rango di generale di Corpo d’Armata, mentre il nonno era maresciallo. La sua formazione è iniziata presso la Scuola Militare Nunziatella, un noto istituto per futuri ufficiali dell’Esercito, e ha continuato all’Accademia Militare di Modena, dove ha consolidato la sua carriera.
La sua ascesa nelle file dei Carabinieri ha visto Fabio Cagnazzo assumere ruoli di crescente responsabilità. Ha diretto la Compagnia di Castello di Cisterna, una posizione che ha ricoperto con dedizione. Tuttavia, il suo trasferimento a Foggia nel 2010, dopo l’omicidio di Vassallo, ha attirato l’attenzione degli osservatori, evidenziando un clima di solidarietà e vicinanza fra colleghi e membri della Direzione Distrettuale Antimafia.
Cagnazzo ha successivamente guidato il Comando Provinciale di Frosinone dal 2017 al 2020, prima di passare a una posizione di vertice nei Forestali. Pur avendo costruito una carriera di tutto rispetto, la sua reputazione è stata minata dall’ipotesi di coinvolgimento in attività illecite, culminando nell’arresto odierno.
Negli ultimi diciotto mesi, Cagnazzo è stato al centro di un’indagine riguardante l’omicidio di Angelo Vassallo, avvenuto l’8 settembre 2010. Il sindaco di Pollica, noto per la sua opposizione al traffico di sostanze stupefacenti e al crimine organizzato, è stato assassinato in circostanze inquietanti, il che ha portato a numerose speculazioni e accuse relative a una rete di corruzione che coinvolgerebbe anche figure istituzionali.
Cagnazzo è stato interrogato più volte, e un’interrogazione di oltre undici ore, tenutasi all’inizio dell’anno, ha avuto come focus la sua presunta complicità nell’omicidio. Le accuse formulate dalla procura includono il concorso in omicidio e sono supportate da testimonianze e prove raccolte nel corso delle indagini.
La sua pronta difesa, che ha sempre negato ogni addebito, non è bastata a prevenire l’arresto, scattato il 7 novembre 2023. Insieme a Cagnazzo, sono stati arrestati anche Lazzaro Cioffi, un ex brigadiere già condannato per reati di droga, e altri due individui legati al mondo del crimine organizzato, accrescendo ulteriormente il livello d’allerta e preoccupazione su un possibile intreccio tra le forze dell’ordine e la criminalità.
Secondo quanto emerso dalle indagini, il movente dietro l’omicidio di Vassallo sarebbe legato alla scoperta di un traffico di droga operante nel porto di Acciaroli, frazione della cittadina di Pollica. Il sindaco si sarebbe trovato a fronteggiare una situazione delicata e, secondo le accuse, si era deciso a denunciare tali attività illecite.
Cagnazzo, all’epoca comandante del Gruppo di Castello di Cisterna, è accusato di aver orchestrato l’omicidio per proteggere interessi illeciti connessi al traffico di sostanze stupefacenti. È stato, infatti, identificato come il presunto mandante dell’assassinio, con l’aggravante di aver cercato di compromettere le indagini nascondendo prove e ostacolando il lavoro degli inquirenti.
Le gravi accuse rivolte a Cagnazzo segnano un punto di svolta nel caso dell’omicidio di Vassallo, sollevando interrogativi sull’integrità delle istituzioni e sui possibili rapporti tra funzionari pubblici e il crimine organizzato. L’arresto del colonnello rappresenta un simbolo della lotta contro la corruzione e il crimine, ma anche un terreno di forte tensione e indagine da monitorare nel prossimo futuro.