La recente intervista di Antonio e Luca Percassi, rispettivamente presidente e Amministratore Delegato dell’Atalanta, getta luce su alcune dinamiche interne del club bergamasco. Nel corso dell’intervista rilasciata al ‘Corriere della Sera‘, i due hanno discusso non solo della partenza del centrocampista olandese Teun Koopmeiners, ma anche dell’arrivo di Charles De Ketelaere, evidenziando i principi che dirigono le scelte della società e il loro approccio nei confronti dei giocatori.
L’addio di Koopmeiners e l’approccio della società
La partenza di Teun Koopmeiners per la Juventus ha aperto un ampio dibattito tra i tifosi e all’interno della stessa società. I Percassi non hanno girato attorno al problema, sottolineando l’atteggiamento insoddisfacente del calciatore. “Pensare che a inizio stagione avevamo l’ambizione di confermare tutti i top. E lui ha scansato perfino la finale di Supercoppa UEFA con il Real. Non c’era bisogno che arrivasse a tanto”, hanno dichiarato i due. Questo passaggio fa emergere l’importanza che la società attribuisce non solo alla performance sul campo, ma anche all’importanza dei valori e della cultura del club.
La situazione ha trovato comunque un’evoluzione serena quando, secondo le parole dei Percassi, dopo la partita contro la Juventus, Koopmeiners si è mostrato dispiaciuto per la decisione presa. “Gli abbiamo detto chiaro: hai sbagliato. È anche un fatto di gratitudine”, hanno affermato, ribadendo che ogni scelta, anche quella di lasciare, deve passare attraverso il rispetto per la storia e i valori del club. La fedeltà e la correttezza nei confronti della società sono richieste fondamentali per chiunque indossi la maglia dell’Atalanta.
La filosofia di lavoro all’Atalanta
Il pensiero dei Percassi sullo stile Atalanta è chiaro: “I principi sono quelli di Zingonia: rispetto e dedizione al lavoro”. Si fa riferimento alla storica sede del club, il Centro Bortolotti di Zingonia, dove ogni giorno calciatori, tecnici e dirigenti siano immersi in una cultura di attenzione e impegno. Questo approccio non è solo una questione di ambiente, ma di mentalità. Anche i calciatori della prima squadra, come evidenziato, devono adattarsi a queste dinamiche, che sono complicate dalla presenza di procuratori e agenti.
Da un lato, c’è la necessità di mantenere un’idea chiara quando si tratta di nuovi acquisti e di promuovere talenti. Dall’altro, c’è l’attesa di un comportamento professionale dai giocatori, che sono sottoposti a pressioni esterne già in giovane età. Questo, come accennato dai Percassi, ha comportato situazioni complesse, ma è essenziale per preservare l’essenza e la professionalità del club.
L’arrivo di De Ketelaere e il suo impatto
Un punto di riferimento interessante per i Percassi è l’arrivo di Charles De Ketelaere, un giovane talento che ha dimostrato di possedere le caratteristiche giuste per adattarsi nella filosofia bergamasca. “Ha avuto un impatto perfetto già dal primo giorno. È arrivato all’alba e fino alle 5 del pomeriggio ha avuto intorno una miriade di agenti e consulenti”, hanno raccontato sorprendentemente i dirigenti. L’episodio mostra come De Ketelaere sia stato fin da subito messo alla prova in un ambiente ad alta pressione, ma anche di come il ragazzo si sia comportato in modo esemplare.
La scelta di De Ketelaere di rimanere in silenzio e ascoltare, rispondendo solo a una precisa richiesta di fiducia, ha colpito i vertici del club. “Ecco, noi abbiamo bisogno di ragazzi così”, hanno affermato con orgoglio. Questo approccio riflette una strategia molto più ampia nel reclutamento dei giocatori: non si tratta solo di talento, ma anche di attitudine e di come un giocatore possa integrarsi in una cultura di squadra già consolidata. La decisione di firmare è stata quindi vista come un gesto di fiducia e adesione a una linea comportamentale che l’Atalanta si aspetta da chiunque entri a far parte della sua rosa.
Nel complesso, l’intervista ai Percassi rivela le sfide e le aspettative che caratterizzano la quotidianità dell’Atalanta, offre spunti di riflessione su una filosofia di lavoro che punta con decisione su valori solidi, sia da parte dei calciatori, sia del management, in un ambiente sempre più competitivo.