L’attacco hacker rivendicato dal collettivo filorusso ‘NoName057’ ha causato malfunzionamenti temporanei ai siti istituzionali italiani, senza però registrare danni significativi. Questo episodio si verifica in un contesto di alta tensione geopolitica, a seguito della visita in Italia del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Ivano Gabrielli, direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, ha chiarito le modalità e le conseguenze di questo attacco cybernetico.
Nella notte tra ieri e oggi, alcuni siti istituzionali italiani hanno subito rallentamenti e disservizi trascurabili a causa di un attacco di tipo Ddos, con il gruppo ‘NoName057’ che ha rivendicato la responsabilità dell’azione. Come spiegato da Ivano Gabrielli, questo tipo di attacco consiste nella saturazione delle risorse di un server, rendendolo inaccessibile agli utenti. “In questo caso, l’attacco è stato anticipato dai membri del gruppo su canali Telegram, creando aspettative sulla sua attuazione”, ha affermato Gabrielli. Questo tipo di eventi, sebbene messi in atto con intenti dimostrativi, non sempre riescono ad ottenere risultati tangibili.
La scelta delle tempistiche di un attacco è spesso strategica. La coincidenza con la visita di Zelensky in Italia sottolinea come questi eventi possano essere utilizzati per inviare messaggi politici o per cercare di influenzare l’opinione pubblica. Gabrielli ha aggiunto che gli attacchi Ddos sono più frequenti in momenti di squilibri politici, proprio per la loro natura intrinsecamente dimostrativa.
Il gruppo ‘NoName057’ è sotto indagine in tutta Europa. Secondo il direttore del Servizio Polizia Postale, l’organizzazione ha una rete di partecipanti che supportano l’ideologia pubblicamente espressa. Questa rete, sebbene composta da un numero limitato di attivisti, riceve il consenso e l’adesione di eccezionali supporter. La polizia continua a monitorare il fenomeno in corso, e i dettami delle indagini sono stati ampliati affinché si possano raccogliere informazioni utili sulle operazioni del gruppo.
Gli attacchi informatici di questo tipo sollevano interrogativi sulla vulnerabilità e sulla protezione delle infrastrutture critiche. È fondamentale che le autorità mantengano un approccio di vigilanza costante e implementino misure preventive, per limitare l’efficacia di questo genere di intrusioni.
Gabrielli ha illustrato come le risposte agli attacchi Ddos variano a seconda della preparazione delle istituzioni e delle strutture colpite. Esistono diversi approcci: alcune organizzazioni sono in grado di mettere i propri siti in manutenzione temporanea durante gli attacchi, mentre altre hanno implementato sistemi di protezione più avanzati che garantiscono la continuità del servizio.
In particolare, l’operato del Cnaipic, il Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche, ha dimostrato di essere fondamentale per l’intercettazione dell’attacco. Con l’ausilio del Csirt dell’Acn, il monitoraggio ha permesso di intraprendere azioni tempestive per mitigare le conseguenze dell’attacco. Gabrielli ha ribadito che il sistema di protezione funziona e le strutture competenti sono sempre attive nella salvaguardia del nostro ecosistema cibernetico.
Ricorrere a misure di protezione solide è essenziale per fronteggiare questi attacchi. L’hacktivismo, da cui il gruppo ‘NoName057’ trae le sue motivazioni, non è solo un fenomeno informatico, ma rappresenta anche un modo per attirare l’attenzione su questioni politiche e sociali attuali. In questo delicato equilibrio, le autorità continuano a lavorare incessantemente per difendere le infrastrutture critiche e garantire la sicurezza dei cittadini.