In Campania, la situazione legata alla Febbre del Nilo, conosciuta anche come West Nile Virus, si fa sempre più seria, con tre casi confermati nelle ultime settimane. Dopo il primo contagiato, un uomo di 59 anni proveniente da Altavilla Silentina, si sono aggiunti un 60enne di Roccadaspide e un 70enne di San Mango Piemonte. Questi pazienti sono attualmente ricoverati in condizioni gravi all’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona, suscitando crescenti preoccupazioni nella comunità.
Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Mattino, i tre pazienti affetti da Febbre del Nilo, attualmente sotto osservazione presso l’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona, presentano sintomi severi. Il primo a contrarre il virus è stato un uomo di 59 anni, già in cura per una grave forma di tumore e attualmente affetto da encefalite. La sua condizione è particolarmente critica, evidenziando l’impatto del virus su soggetti con un sistema immunitario compromesso. Gli altri due contagi, un uomo di 60 anni e un altro di 70, segnalano una gravità simile, suggerendo una possibile diffusione del virus in aree specifiche della regione.
A fronte di questa emergenza sanitaria, le autorità locali hanno avviato interventi di bonifica nei territori colpiti dai contagi. Tali operazioni hanno lo scopo di ridurre il numero di zanzare, i principali vettori del virus, e di prevenire ulteriori infezioni. Questi interventi si concentrano su zone residenziali e rurali, dove il rischio di trasmissione è maggiore. È fondamentale per la popolazione rimanere informata e adottare misure preventive, come l’uso di repellenti e la riduzione di acqua stagnante.
Il virus della febbre del Nilo si trasmette principalmente tramite la puntura di zanzare infette, in particolare del genere Culex. Questi insetti si nutrono di sangue di uccelli selvatici, i veri serbatoi del virus, che possono poi infettare gli esseri umani. Una volta che una persona subisce la puntura di una zanzara contaminata, il periodo di incubazione varia da 2 a 14 giorni, estendendosi fino a 21 giorni nelle persone immunocompromesse. La natura del virus e il suo ciclo di vita amplificano il rischio di focolai in popolazioni vulnerabili.
La febbre del Nilo spesso si manifesta in modo asintomatico oppure con sintomi lievi, come febbre, mal di testa, nausea e vomito. Nei bambini, i sintomi si presentano generalmente come febbre bassa e stanchezza, mentre nei soggetti più anziani o in quelli già affetti da altre patologie, i segni clinici possono essere più severi. Tali pazienti possono presentare febbre alta, forte mal di testa, disorientamento e persino disturbi neurologici, che nei casi più gravi possono includere stati di coma o paralisi.
È importante sottolineare che, sebbene la maggior parte dei contagi sia lieve, circa 1 caso su 1000 può portare a complicazioni gravi, come l’encefalite letale. I medici raccomandano di prestare attenzione ai segni di peggioramento, specialmente per le categorie più fragili come anziani e persone con condizioni preesistenti.
Con l’aumento dei casi in Campania, è cruciale che la sensibilizzazione su questo virus continui e che la popolazione prenda precauzioni adeguate per tutelarsi dalla malattia.