Il fenomeno delle morti per accoltellamento continua a fare notizia, con un incremento significativo che ha catturato l’attenzione di esperti e autorità. Secondo un report pubblicato dal Dipartimento di pubblica sicurezza nel 2024, in Italia si registra un aumento del 2% delle lesioni dolose tra i ragazzi sotto ai 17 anni. Questa statistica è una delle molte che evidenziano come, a livello globale, l’uso di coltelli come arma stia diventando una problematica sempre più seria.
L’analisi del criminologo Marco Strano
Intervistato dall’agenzia Adnkronos, il criminologo Marco Strano ha fornito importanti spunti di riflessione sui recenti eventi di cronaca, in particolare l’omicidio di Mamadi Tunkara a Bergamo. Strano ha sottolineato che in Europa e negli Stati Uniti le morti per accoltellamento sono aumentate del 36% nell’ultimo decennio. Questi dati non fanno altro che confermare l’emergenza di un problema di salute pubblica e di sicurezza.
Le dinamiche culturali sono un aspetto di vitale importanza per comprendere questo fenomeno. Strano ha messo in evidenza che in alcune culture, come quelle nordafricana e balcanica, il porto quotidiano del coltello è più tollerato rispetto ai rigidi regolamenti in vigore in Italia. Questo scollamento culturale può generare tensioni e malintesi, rendendo necessario un dibattito aperto sul tema del porto di armi bianche.
Le gang di strada e la normalizzazione dell’uso del coltello
Negli ambienti giovanili e nelle gang di strada, il coltello è diventato un simbolo di affermazione e potere. Secondo Strano, questo tipo di arma è spesso esibita come un “trofeo” all’interno di gruppi, e il suo utilizzo in conflitti, sia interni che con bande rivali, non è raro. Questa tendenza si accompagna a una grave escalation della violenza, in particolare nelle dispute legate al traffico di droga.
In situazioni di conflitto, il coltello può infliggere ferite devastanti e permanenti. La leggerezza con cui viene maneggiato dai giovani rappresenta una grave minaccia, non solo per le vittime, ma anche per la società intera. Il criminologo ha notato che il modo istintivo di utilizzarlo rende letali anche modelli di coltello di piccole dimensioni, favorendo un utilizzo indiscriminato e spesso mortale.
Le leggi sul porto d’armi e il rischio giudiziario
Un altro fattore da considerare è la legislazione che regola il porto di armi. Strano evidenzia che le conseguenze legali per il possesso di un coltello non sono paragonabili a quelle per le armi da fuoco. In Italia, ad esempio, possedere un coltello considerato “arma impropria” comporta sanzioni blande, senza possibilità di arresto anche in caso di flagranza di reato.
La facilità di accesso ai coltelli, venduti a prezzi molto contenuti, porta a una diffusione preoccupante di questo tipo di armi tra i giovani. Questo facilmente reperibile “strumento” viene sottovalutato in molte giurisdizioni, e i suoi potenziali rischi vengono scambiati per qualcosa di banale.
Un fenomeno globale: gli Stati Uniti e l’Europa
Il problema non è limitato all’Italia. Negli Stati Uniti, ad esempio, un report dell’FBI del 2018 ha dimostrato che, nonostante la prevalenza delle armi da fuoco, i coltelli occupano il secondo posto tra gli strumenti utilizzati per commettere omicidi. Nello stesso anno, ci sono stati 1.515 omicidi con armi da punta o da taglio, un dato che evidenzia quanto il problema sia serio e diffuso.
La Svizzera, anch’essa alle prese con questo allarmante aumento, ha registrato un incremento notevole nei reati violenti tra minori, con i coltelli coinvolti in vari episodi tragici. Nel 2016, si contavano cinque omicidi, per salire a dodici nel 2022, segno evidente di un cambiamento preoccupante.
Londra: un caso emblematico
Un esempio emblematico di questo trend preoccupante è Londra, spesso soprannominata “Stub-City”. La capitale britannica ha registrato un preoccupante incremento dei crimini legati all’uso di coltelli. Nel 2020, i crimini con armi bianche sono aumentati del 20% rispetto all’anno precedente, con un totale di 4.936 casi. Le città come Manchester e Birmingham non sono da meno, segnalando anch’esse tassi elevati di violenza armata con dei coltelli.
L’analisi di queste situazioni mette in luce un fenomeno che va oltre il singolo evento di cronaca, coinvolgendo questioni culturali, normative e sociali. È fondamentale considerare questa dimensione più ampia per affrontare efficacemente un problema così complesso e sfaccettato.