Il recente incidente mortale che ha coinvolto un operaio in provincia di Cassino ha riacceso i riflettori su un fenomeno sempre più allarmante: le morti sul lavoro. Il tragico evento, avvenuto mentre il lavoratore stava eseguendo lavori di manutenzione della segnaletica lungo l’A1, non è un caso isolato. Con un incremento del 17% degli incidenti mortali rispetto all’anno precedente, il Lazio si conferma come la regione italiana con il più alto tasso di mortalità lavorativa. I sindacati, da parte loro, non esitano a puntare il dito contro le politiche del governo riguardanti il codice degli appalti, giudicate inadeguate e pericolose.
Il tragico incidente di Cassino
Nella mattinata di oggi, un operaio campano è stato investito e ucciso da un tir mentre era impegnato in lavori di manutenzione sulla corsia sud dell’Autostrada del Sole nei pressi di Cassino. L’uomo, dipendente della Edil San Felice, è morto sul colpo, causando code chilometriche in direzione Napoli. L’incidente ha richiesto l’intervento immediato dei mezzi di soccorso, oltre alla presenza della polizia stradale e del personale della Società Autostrade, per la gestione della situazione e il successivo avvio delle indagini che chiariranno la dinamica dell’evento. Questo evento fa parte di un quadro tragicomico in continua espansione, che colpisce sempre più lavoratori in situazioni simili.
I dati allarmanti sulle morti bianche
Le statistiche parlano chiaro: quasi 90 lavoratori hanno perso la vita mentre svolgevano il proprio lavoro nel Lazio, un numero che segna un incremento notevole rispetto all’anno scorso. Questo drammatico dato è stato evidenziato in una nota dai segretari generali di Cgil Roma e Lazio, Natale Di Cola, e Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci. Con un tasso di mortalità stradale di 6,0, il Lazio risulta essere la regione con il rischio più elevato d’Italia, ben al di sopra della media nazionale, fissata a 5,2. Questo contesto solleva interrogativi sull’efficacia delle politiche di sicurezza sul lavoro e sulle responsabilità delle istituzioni, che devono attivarsi per migliorare la situazione attraverso una maggiore attività ispettiva e preventiva.
Critiche alle politiche governative
Alla luce degli eventi recenti, Ricci e Di Cola hanno espresso il loro discontento nei confronti del governo, accusandolo di non fare abbastanza per ridurre il numero di incidenti sul lavoro. Anziché affrontare il problema, il governo sembra voler modificare il codice degli appalti, un gesto che potrebbe portare a una diminuzione delle tutele per i lavoratori. Secondo i sindacalisti, questo approccio non solo apre la strada a pratiche di dumping e concorrenza sleale, ma ridurrebbe anche le garanzie di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Le politiche attuali sarebbero quindi destinate a danneggiare non solo i lavoratori più vulnerabili, ma anche le imprese che operano in modo legittimo e responsabile.
Il messaggio dei sindacati
Nel loro intervento, i rappresentanti sindacali hanno ribadito l’importanza di proteggere i diritti dei lavoratori e hanno chiesto un intervento decisivo da parte delle istituzioni per affrontare questa emergenza. La crescente paura per la propria incolumità nei luoghi di lavoro non può essere trascurata, e la richiesta di maggiore sicurezza e controllo è diventata fondamentale. La mobilitazione dei sindacati è pronta a partire per contrastare queste scelte politiche, a difesa di chi lavora ogni giorno con l’obiettivo di garantire un futuro migliore alle proprie famiglie.